Tre persone sono state arrestate
dalla Polizia - due sono in carcere e una è agli arresti
domiciliari - a conclusione delle indagini su un incendio che,
un anno fa, danneggiò la vetrata esterna di un'agenzia di
onoranze funebri, nel centro di Matera. I tre sono accusati di
danneggiamento aggravato dal metodo mafioso: sono Daoudi
Mussadaq, di 61 anni, di nazionalità marocchina, e Simone
Fumante (24 anni), entrambi residenti a Santeramo in Colle
(Bari), che sono in carcere; Francesco Pinto (19), di Altamura
(Bari), posto agli arresti domiciliari. Al divieto di dimora a
Matera è stato sottoposto un uomo di 45 anni.
Le misure cautelari sono state emesse dal gip distrettuale di
Potenza, su richiesta della Procura distrettuale antimafia del
capoluogo lucano.
L'incendio fu appiccato nella notte del 29 ottobre 2020: le
fiamme arrivarono a lambire le finestre dell'abitazione al primo
piano del palazzo: la Polizia individuò l'auto usata dai
responsabili dell'incendio. La perquisizione portò al sequestro
di un tappetino imbevuto della benzina contenuta nella tanica
usata dagli incendiari. Successivamente, altre indagini, la
visione delle immagini di alcune telecamere e alcuni
interrogatori portarono all'identificazione degli autori
materiali dell'incendio e del mandante (l'uomo al quale è stato
notificato il divieto di dimora a Matera), che fa parte di una
famiglia che gestisce un'agenzia funebre concorrente, anch'essa
con sede a Matera. L'incendio fu deciso perché l'agenzia
concorrente praticava servizi "con un miglior rapporto
qualità-prezzo" e per "mandare un chiaro messaggio intimidatorio
alla persona offesa", seguendo un "copione" che, nella città dei
Sassi, ha portato, tra il 2015 e il 2016, a dieci attentati
incendiari ad attività commerciali, "per determinarne
assoggettamento ed omertà".
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