In Basilicata "la presenza
criminale, a base marcatamente mafiosa, rappresenta una realtà
ormai innegabile che investe, in egual misura, le province di
Potenza e Matera". Lo sostiene la Direzione distrettuale
antimafia di Potenza, valutando le conclusioni dell'inchiesta
che ha portato all'esecuzione, oggi, di 37 arresti (28 in
cercare e nove ai domiciliari) a carico dei presunti componenti
del clan guidato da Renato Martorano e Dorino Stefanutti.
Nel rilevare che la "consorteria potentina" è "ampiamente
riconosciuta dalla 'ndrangheta calabrese e dai clan mafiosi
lucani, siciliani e pugliesi", la Dda ha parlato di "capillare
compenetrazione del sodalizio potentino nel tessuto economico ed
imprenditoriale cittadino, perseguita anche attraverso il
reiterato ricorso ad eclatanti azioni intimidatorie". In
sostanza, le indagini della Polizia hanno consentito di
"tracciare il solco di un nuovo corso criminale attivo nella
città di Potenza", entrato fino "nelle sfere istituzionali, come
nel caso di una sigla sindacale attiva nel comparto sanitario".
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