Agevolare percorsi di accoglienza
verso l'Italia regolando i permessi di soggiorno, favorire la
promozione dei diritti come quello al ricongiungimento familiare
e di percezione della pensione maturata in patria, supportando i
processi di integrazione: è l'obiettivo della campagna "Le Acli
per l'Ucraina", che è stata presentata stamani a Potenza dalle
Associazioni cristiane lavoratori italiani (Acli) di Basilicata.
Nel ribadire un "fermo no alla guerra", nel corso
dell'incontro con i giornalisti i componenti regionali e
nazionali delle Acli presenti, hanno ricordato che "il patronato
Acli è l'unico presente sul territorio ucraino a Leopoli e che
in questi anni ha aiutato migliaia di cittadini ucraini emigrati
in Italia".
"La nostra attività - ha detto il vice presidente nazionale
dell'organizzazione, Antonio Russo - si sostanzia in vari
passaggi sostanzialmente, uno di questi è relativo al
riconoscimento dei diritti, attribuendo, per esempio, a chi si
trova in Italia da prima dell'inizio del conflitto un permesso
temporaneo che gli permetta di avere una posizione regolare nel
nostro paese. Bisogna agire sulle norme della cittadinanza - ha
aggiunto Russo - oggi in Parlamento si sta ridiscutendo una
legge vecchia di 30 anni, la legge 91 del 1992. Noi riteniamo -
ha concluso - che in questa discussione si possa ridurre il
requisito di tempo per chiedere la cittadinanza per
naturalizzazione da dieci a cinque anni di residenza in Italia".
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