Una stauroteca, la cui prima
notizia risale a una visita pastorale del 1543, è stata
presentata il 2 aprile nel Museo diocesano di Acerenza (Potenza)
dall'arcivescovo, monsignor Francesco Sirufo, e dal direttore
del Museo stesso, don Gaetano Corbo. La stauroteca è costituita
da 12 sfere sfaccettate in cristallo di rocca, di grandezze e
forme non omogenee, sei per il braccio verticale e sei per
quello trasversale. All'incrocio dei due bracci vi è una teca
rettangolare che ospita la reliquia della Santa Croce.
La prima notizia dell'oggetto si trova in un "Inventarium
bonorum" fatto redigere dal cardinale Giovanni Michele Saraceno
durante la visita pastorale alla Cattedrale di Acerenza nel
1543. La stauroteca fu realizzata probabilmente da orafi
veneziani a Napoli per volontà della contessa Maria Balsa e
donata alla Cattedrale con un "legato pio": la celebrazione in
perpetuo di una Messa in suffragio dell'anima sua e del marito,
il conte Giacomo Alfonso Ferrillo. All'origine la stauroteca
aveva alla base piccole statuine argentee di San Pietro e San
Paolo, ma forse nella prima metà del 1800 il basamento fu fatto
fondere per ricavare denaro per i lavori di riparazione dei
danni provocati alla Cattedrale di Acerenza da un terremoto.
Monsignor Sirufo ha annunciato che la stauroteca sarà esposta
ad Acerenza in concomitanza con il Sinodo diocesano e la
Quaresima, "in un momento particolare della storia e come
simbolo di riconciliazione e di pace".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA