E tornata a svolgersi nei
quartieri, dopo la pandemia, anziché nei rioni Sassi, e per
motivi di sicurezza, la processione del mattino del 2 luglio,
detta "dei 'pastori'', in onore della Protettrice di Matera
''Maria Santissima'', che segna il giorno più lungo dei
materani.
Il quadro su lastra di rame della Madonna è stato seguito da
clero, devoti, dalla confraternita dei Pastori e da figuranti
dell'associazione ''Ergghiò''-sezione Pastori di Matera con
pecore e un asino. I figuranti, dopo un lavoro di ricerca, hanno
fatto realizzare con l'associazione ''Made in Carcere'' (attiva
anche a Matera) l'abbigliamento degli antichi pastori materani
(pellicciotto di montone, copricapo) ispirandosi a un acquerello
del 1791 del pittore Alessandro D'Anna.
Il passaggio della processione nei quartieri, che ha visto la
partecipazione di almeno diecimila persone, è stato salutato da
preghiere, dal fragore di fuochi pirotecnici e dall'esposizione
di lenzuola e coperte colorate dai balconi. E il colore è un
altro fattore distintivo della festa, rappresentato da luminarie
e dai cavalieri in costume, dalla foggia spagnolesca, guidati
Angelo Raffaele Tataranni, generale del corpo da 25 anni. I
cavalieri, in tutto 80 e tra di loro alcune amazzoni, scortano
la Madonna della Bruna e il Bambinello, per la processione di
mezzogiorno dalla Cattedrale alla Chiesa dell'Annunziata, al
rione Piccianello. Da qui, in serata, i cavalieri, insieme agli
''angeli del carro'' e alle forze dell'ordine scorteranno il
manufatto di cartapesta per la processione della sera fino in
piazza Duomo per i tradizionali ''tre giri'', che segnano il
possesso della Madonna sulla città. Da qui il carro , realizzato
dall'artigiano Eustachio Santochirico - e ispirato al tema
evangelico ''Zaccheo, oggi devo fermarmi a casa tua. La
cattedrale casa di Dio tra le case degli uomini'' - raggiungerà
piazza Vittorio Veneto per l'assalto e la distruzione da parte
della gente, quale segno benaugurante per l'anno che verrà.
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