Il "preoccupante crollo di
partecipazione" registrato anche in Basilicata alle elezioni
politiche del 25 settembre scorso è il sintomo di "un
atteggiamento di rassegnazione e di sfiducia" ma, ancora di più,
"il segno del disagio profondo che attraversa le nostre contrade
e che la Chiesa tocca con mano negli uffici della Caritas, nei
centri di ascolto e nei confessionali che raccolgono le
confidenze più intime".
Lo ha scritto l'arcivescovo metropolita di Potenza, monsignor
Salvatore Ligorio, alla vigilia del convegno diocesano in
programma a Potenza da domani al 14 ottobre: "Sono aumentate le
povertà e le diseguaglianze - ha aggiunto il presule - non c'è
famiglia che non abbia un figlio emigrato e non per scelta, il
lavoro manca, e quando lo si trova è precario ed insufficiente
per il fabbisogno familiare, mentre la malapianta della
'raccomandazione' continua a fiaccare i ragazzi più volenterosi
e meritevoli, e la denatalità e l'invecchiamento dei residenti
fanno temere per la tenuta stessa dell'istituzione regione. La
politica, invece, ha preferito parlare d'altro, malgrado il
Mezzogiorno rappresenti un terzo dell'intero Paese e recenti
studi e la stessa CEI lo indichino come 'porta naturale' di
accesso all'Europa che ha bisogno del Mediterraneo e quindi del
Mezzogiorno. Serve una visione lungimirante per costruire la
speranza e disegnare la Basilicata del futuro, che, per essere
migliore dell'attuale, richiede, da subito, un cambio di passo
sul piano della politica e soprattutto dell'etica pubblica".
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