Nello stabilimento Stellantis di
Melfi (Potenza) "il dato produttivo nei primi nove mesi rispetto
all'anno precedente è fortemente negativo, con un -61,9 per
cento, che in termini di volumi significa quasi 90 mila vetture
in un solo anno. È lo stabilimento che perde la maggiore
quantità di auto": sono i dati del report sulla produzione nelle
fabbriche italiane di Stellantis, presentato oggi dalla
Fim-Cisl.
"Delle 54.240 auto prodotte, il 34 per cento è rappresentato
da 500X, il 28 per cento da Jeep Renegade e il 38 per cento da
Jeep Compass. Nel primo trimestre gli stop produttivi collettivi
sono stati complessivamente 28 giorni, nel secondo 37, nel terzo
40, per un totale di 105 giorni gestiti con il contratto di
solidarietà. Negli altri giorni, l'utilizzo del Cds è stato nel
primo trimestre del 23 per cento, pari a una media di 1.282
lavoratori ogni giorno; nel secondo trimestre con un 40 per
cento su una media di 1.500 lavoratori giornalieri e peggiorando
ulteriormente nel terzo trimestre del 60 per cento".
Nel sottolineare le "ripercussione negative in termini
occupazionali", la Fim-Cisl ha ricordato che "da metà maggio
2023 la turnazione nello stabilimento si è ridotta passando da
17 a 15 turni, ma da inizio anno di fatto si sta viaggiando su
due turni. La situazione di Melfi è comunque difficile e
complessa. Soprattutto nella fase di transizione verso i cinque
nuovi modelli multibrand sulla piattaforma Bev Stla Medium, che
certamente rappresentano una risposta positiva in termini di
prospettiva futura per lo stabilimento lucano, ma che in questa
fase di preparazione ha comportato la stipula di un nuovo
Contratto di solidarietà che scade il 26 giugno 2025". Guardando
al futuro, quando la produzione a Melfi di cinque nuovi modelli
sarà a regime "sarà di circa 260 mila vetture all'anno, che
secondo la direzione aziendale dovrebbe saturare l'impianto",
previsione "che sarà tutta la verificare vista la situazione".
Anche nell'indotto - dove attualmente sono occupati circa
tremila lavoratori - "la situazione è molto critica", secondo
l'analisi della Fim-Cisl.
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