Un imprenditore di nazionalità
cinese, "ritenuto responsabile di diversi delitti tributari e di
autoriciclaggio", è stato interdetto per un anno dall'esercizio
di imprese e uffici direttivi di persone giuridiche e imprese"
dal gip presso il Tribunale di Potenza, nell'ambito coordinata
dalla Procura distrettuale di Potenza.
La Guardia di Finanza ha eseguito, a carico di tre società
operanti nel Vulture-melese e riconducibili all'imprenditore
indagato, il sequestro preventivo di disponibilità economiche e
finanziarie per oltre 1,5 milioni di euro. L'inchiesta è
cominciata con verifiche fiscali a carico di due società per i
periodi d'imposta dal 2019 al 2022, che hanno portato alla
scoperta di evasione di 745 mila euro di imposte sul reddito
delle società e 772 mila ai fini dell'Iva. Gli investigatori
hanno scoperto che l'imprenditore usava "lo schema di evasione
noto come 'imprese apri e chiudi'" nel settore dei prodotti non
alimentari. Due società, durante un breve ciclo di vita,
evadevano "completamente il pagamento delle imposte" in modo
tale che, al momento dell'accertamento del fisco, "l'azione di
riscossione" non poteva più avvenire poiché "l'impresa era già
estinta". Nel frattempo, però, era stata costituita una terza
società, con gli stessi fornitori, dipendenti e luogo
d'esercizio, per portare a compimento - secondo l'accusa - lo
"schema fraudolento". Secondo gli accertamenti investigativi sui
conti correnti bancari, le somme frutto di evasione "sarebbero
state reinvestite in altre società, così inquinando il circuito
economico legale". All'indagato sono stati contestati i reati di
omessa dichiarazione, occultamento o distruzione di documenti
contabili, sottrazione fraudolenta al pagamento di imposte e
autoriciclaggio.
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