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Matacena, mio rientro? Come andare al patibolo

Matacena

Matacena, mio rientro? Come andare al patibolo

'Una sentenza ingiusta dove per condannarmi hanno violato il giudicato e la prescrizione'

REGGIO CALABRIA, 13 giugno 2014, 10:45

Redazione ANSA

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Scajola: lascia carcere Roma, diretto ad Imperia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Scajola: lascia carcere Roma, diretto ad Imperia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Scajola: lascia carcere Roma, diretto ad Imperia - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Come vedo il mio rientro? Come se andassi al patibolo". Lo ha detto all'ANSA Amedeo Matacena via Skype da Dubai. "Una sentenza ingiusta - ha aggiunto - dove per condannarmi hanno violato il giudicato e la prescrizione. Solo per me il reato è dichiarato continuato a differenza di Andreotti e Mattarella per fare un esempio".

"La prossima settimana farò presentare un esposto-denuncia nel quale esporrò tutte le cose strane accadute durante la mia vicenda giudiziaria", ha detto ancora all'ANSA Amedeo Matacena via Skype da Dubai. "Ho timore per quanto potrà accadermi - aggiunge - e questo deriva proprio dall'esperienza della mia esperienza giudiziaria dove ci sono state molte cose strane".

Matacena, cedo al ricatto, devo rientrare - "Cedo al ricatto. Devo rientrare affinché i miei figli si ricongiungano con la loro madre". Lo ha detto Amedeo Matacena in una intervista via Skype al Tg1. Dopo la conferma del carcere per la moglie Chiara Rizzo "mi sono fatto l'idea che mi devo arrendere come padre e come uomo perché devo restituire la loro madre ai miei figli".  "La vicenda - ha aggiunto - alla fine si risolverà dando chiarezza documentale di queste accuse. Quando tornerò? Questo lo vedranno i miei avvocati, quando tutto sarà pronto. Presto perché mia moglie deve uscire dal carcere, la madre dei miei figli deve uscire dal carcere e deve riabbracciare i suoi figli ed i suoi figli devono abbracciare lei" ha aggiunto con la voce rotta dalla commozione. Della volontà di tornare Matacena - come scrivono oggi Repubblica ed il Quotidiano della Calabria - ha informato via mail i suoi legali.

Scajola tornato in villa a Imperia nel silenzio
E' silenziosa Villa Ninina, avvolta in una cappa di calore e di attesa per il ritorno, dopo 45 giorni passati a Regina Coeli, di Claudio Scajola, da oggi agli arresti domiciliari dopo la decisione del Tribunale di Reggio Calabria. L'attesa è stata lunga e piena di interrogativi perché Scajola, uscito nel primissimo pomeriggio da Regina Coeli è arrivato a Imperia che già era notte, entrando nella residenza da un cancello secondario. La villa, di proprietà della moglie dell'ex ministro, si intravede appena tra gli olivi secolari e i ficus giganti. Incastonata nella collina di Oneglia ha ai suoi piedi, come fosse una metafora di quello che è stato, tutta Imperia. Una città che adesso sembra aver dimenticato l'ex ministro e plenipotenziario di Forza Italia sostituito dall'immagine di un uomo che adesso si deve ritrovare. Appena uscito dal carcere di Regina Coeli, Scajola ha trovato sua figlia Lucia che lo aspettava.

Con la macchina della madre i due sono partiti. "Claudio Scajola potrà comunicare solo con i parenti conviventi e con nessun altro, per disposizione del magistrato" aveva detto in mattinata il suo difensore avvocato Perrone. Anche Marco Scajola, nipote di Claudio e coordinatore provinciale per Forza Italia, non verrà, per il momento, a trovare lo zio a Villa Ninina. "So che ci sono delle restrizioni - ha detto Marco Scajola - quindi non so se potrò vederlo". Poco dopo le 17,30 arriva un uomo con un pacchetto da consegnare. "E' il pesce" dice sorridendo e suona il citofono d'ottone così lucido che ci rimbalza il sole. Dovrà suonare tre volte per far si' che una donna risponda. Il factotum filippino scende di corsa a ritirare il pacchetto. Paga. "Oh - dice l'uomo che non vuol rinunciare alla battuta -, l'ho fatto lo scontrino". Nessuno potrà varcare il cancello di Villa Ninina. Il sole scende definitivamente su Porto Maurizio e alla fine Scajola arriva. Anche qui ha avuto a disposizione molte entrate secondarie come quella che ha usato per uscire da Regina Coeli e evitare i media che l'aspettavano. E così è tornato qui, qui dove ha il domicilio, qui con sua moglie. "Noi - dice Lucia al telefono - siamo molto uniti, siamo una famiglia". Si accendono le luci nel grande parco anche vicino alla dependance dove Scajola teneva i faldoni e le carte preziose tutte sequestrate dagli uomini della Direzione investigativa antimafia di Genova e Reggio Calabria l'8 maggio. Il factotum filippino si rivede a sbirciare tra i grandi olivi. Fino a quando non è terminato l'assedio dei media Scajola ha deciso di non tornare in questa grande casa piena di lusso. Forse è passato prima dalla madre, in pieno centro a Imperia, o forse dalla sorella ma comunque, dicono in questura, Scajola deve risiedere dove ha il domicilio. Villa Ninina, appunto, luogo di grande bellezza dove l'Antimafia di Reggio Calabria ha scritto la fine di un storia lunga vent'anni.

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