La cripta
sotterranea del Duomo di Pizzo, dove presumibilmente è sepolto
il corpo Gioacchino Murat, è stata aperta. L'operazione,
compiuta con grande discrezione così come aveva chiesto la
Diocesi, è il primo passo per giungere con certezza
all'identificazione delle spoglie del Re di Napoli, che
nell'ottobre del 1815 fu catturato, imprigionato e ucciso nella
città napitina.
Il 30 marzo prossimo saranno i carabinieri del Ris a calarsi
nella cripta per effettuare prelievi biologici e consentire così
il test del Dna. La rimozione di una delle tre lastre di marmo
ha consentito una prima indagine visiva per rendersi conto della
situazione e verificare la presenza di ostacoli fino alla cassa
che si presume contengano i resti di Murat. L'obiettivo è quello
di individuare con certezza i resti del sovrano partenopeo, per
poi traslarle in un altro luogo di sepoltura. "Murat rappresenta
- ha detto il sindaco di Pizzo, Gianluca Callipo - uno dei
maggiori motivi di interesse culturale di Pizzo".
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