Beni per 7 milioni di euro
sono stati confiscati dalla Dia di Reggio Calabria a Roberto
Morgante, di 60 anni, di Villa San Giovanni, imprenditore nel
settore edilizio ed attualmente detenuto. L'uomo era stato
arrestato nell'operazione "Tibet", coordinata dalla Dda di
Milano e condotta dalla Squadra mobile milanese con l'apporto
della Dia reggina che seguiva Morgante in un'altra indagine. Per
l'accusa, l'imprenditore era rappresentante e collettore di
risorse economiche di cosche reggine coinvolte nelle attività
gestite in Lombardia e, in particolare nel "Locale" di Desio
(Monza e Brianza), dalla cosca allora capeggiata da Giuseppe
Pensabene. L'uomo è stato poi condannato, con sentenza passata
in giudicato, a 6 anni e 10 mesi di reclusione per concorso
esterno in associazione mafiosa. La Cassazione aveva però
annullato con rinvio la sentenza per la confisca dei beni. Con
il provvedimento di oggi, il Tribunale di Reggio Calabria, ha
ritenuto l'imprenditore portatore di pericolosità sociale.
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