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Arrestato sindaco di Villa San Giovanni

corruzione

Arrestato sindaco di Villa San Giovanni

In tutto 11 le ordinanze di custodia cautelare in carcere

REGGIO CALABRIA, 18 dicembre 2019, 07:27

Redazione ANSA

ANSACheck

Giovanni Siclari, sindaco di Villa San Giovanni © ANSA/www.comune.villasangiovanni.rc.it

Giovanni Siclari, sindaco di Villa San Giovanni © ANSA/www.comune.villasangiovanni.rc.it
Giovanni Siclari, sindaco di Villa San Giovanni © ANSA/www.comune.villasangiovanni.rc.it

Vasta operazione dei carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia reggina, per l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere e agli arresti domiciliari nei confronti di 11 persone, ritenute responsabili, a vario titolo, di corruzione, turbativa d'asta, falso in atto pubblico, truffa aggravata e peculato e, per una persona solamente, anche concorso esterno in associazione mafiosa. Tra gli arrestati anche il sindaco di Villa San Giovanni, Giovanni Siclari, Antonino Repaci e Calogero Fimiani, rispettivamente presidente del Cda e amministratore delegato della società di navigazione "Caronte & Tourist Spa". Gli investigatori avrebbero accertato come i manager indagati hanno promesso di elargire utilità ad amministratori comunali che in cambio hanno asservito la loro pubblica funzione agli interessi privati della società di navigazione. La società, con la compiacenza del sindaco, avrebbe ottenuto illecitamente l'affidamento di un'area edificabile.   

In particolare, secondo l'accusa Repaci - manager della società di traghettamento dello stretto di Messina - si è mosso anche con il vertice dell'amministrazione comunale, individuando il suo principale interlocutore nel sindaco Siclari - eletto con una lista civica e fratello del senatore di Forza Italia Marco - con l'obiettivo di assicurarsi l'affidamento di un'area sulla quale la società aveva progettato la realizzazione di alcuni lavori.

Giovanni Siclari ha ricevuto "un ritorno in termini di consenso politico-elettorale" da "illeciti rapporti di cointeressenza" con il presidente del Cda di Caronte e Tourist Antonino Repaci. Lo scrive il gip di Reggio Calabria nell'ordinanza di custodia cautelare in carcere con cui ha disposto i domiciliari per entrambi nell'operazione "Cenide" con l'accusa di corruzione. L'azione di pressione dei vertici della società Caronte e
Tourist, segnatamente di Repaci, scrive il gip, "si rivelano anche con le risultanze investigative raccolte e versate in atti con riferimento all'ipotesi corruttiva". Emerge infatti come Repaci, "si sia mosso anche sul fronte politico, individuando quale suo interlocutore il sindaco Giovanni Siclari al fine di assicurarsi l'affidamento dell'area sulla quale la sua società aveva progettato la realizzazione dei lavori in argomento, area che risultava di proprietà Anas".

In particolare, secondo l'accusa, Siclari, "si opponeva, in Consiglio comunale, alla mozione di un consigliere di minoranza volta a chiedere ai competenti uffici comunali di disporre la sospensione dei lavori nelle more delle opportune verifiche circa l'effettiva proprietà delle aree interessate". Inoltre avrebbe sollecitato Anas per la stipula di una convenzione di concessione con il Comune per cederla poi in subconcessione alla Caronte & Tourist. In cambio, Repaci avrebbe promesso l'assunzione del figlio di un consigliere comunale chiesta dallo stesso Siclari che, è scritto nel capo di imputazione, "così facendo, intendeva assicurarsi il voto favorevole in consiglio", un'altra assunzione e l'erogazione in favore del comune di almeno 8000 euro per l'organizzazione di manifestazioni culturali, sportive, ricreative e turistiche.

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