Resta in carcere Michael Marras,
il 27enne arrestato insieme al padre, Joselito, 57 anni, per il
duplice omicidio dei fratelli di origine calabrese Massimiliano
e Davide Mirabello, di 35 e 40 anni, residenti nel sud della
Sardegna. I due erano usciti di casa domenica 9 febbraio, a
Dolianova, senza fare più ritorno, i loro cadaveri erano stati
poi ritrovati grazie alla confessione del 57enne, che aveva
scagionato il figlio sostenendo di aver agito da solo. Proprio a
seguito di queste dichiarazioni era stata presentata dagli
avvocati del giovane, Patrizio Rovelli e Fabrizio Rubiu, la
richiesta di scarcerazione che oggi il Gip di Cagliari ha però
rigettato. "È una ordinanza corredata da una scarna e
contraddittoria motivazione - spiegano i due legali - Il giudice
non ha tenuto in nessun conto neppure il motivato parere del
medico legale che ha confermato le modalità dell'omicidio
riferite da Joselito Marras". Secondo la tesi fornita nella sua
confessione, l'uomo si sarebbe difeso da un'aggressione da parte
dei due fratelli, uno dei quali armato di un coltello, sparando
un colpo di fucile contro Davide e colpendo mortalmente con il
calcio della stessa arma la testa di Massimiliano. Il coltello
fu trovato da Stefano Mura, 42 anni, finito nel registro degli
indagati per favoreggiamento, che lo fece sparire dal luogo del
duplice omicidio per affidarlo prima a un parente e soltanto un
mese dopo lo consegnò ai carabinieri, danneggiato e bruciato.
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