Pandemia più stagnazione uguale
incertezza. L'emergenza sanitaria che si è abbattuta sul Paese
ha inferto un ulteriore colpo all'economia in Calabria dove il
Pil - che in termini reali risultava in fase pre-covid ancora
inferiore di 14 punti percentuali rispetto ai livelli del 2007 -
si appresta a subire, per l'anno in corso, un'ulteriore caduta.
A rilevarlo è il rapporto annuale stilato dalla filiale della
Banca d'Italia e presentato a Catanzaro.
"La velocità di ripartenza - è stato spiegato - dipenderà
in parte dalla durata dell'epidemia e dall'efficacia delle
misure di contrasto dell'emergenza. Tuttavia, come accaduto
anche dopo le crisi del periodo 2008-2014, vi potrebbero
influire negativamente i fattori strutturali che caratterizzano
l'economia regionale e ne condizionano soprattutto la
produttività e i livelli di investimento. Al momento prevale
l'incertezza". Per le aziende operanti in Calabria si prevede
"una diminuzione del fatturato molto significativa nel primo
semestre in ciò riflettendo il forte calo della domanda interna.
A pagare di più in questa fase è il settore dei servizi privati:
trasporti, commercio al dettaglio non alimentare, comparto
alberghiero e della ristorazione. Calano tra marzo e maggio i
posti di lavoro perlopiù nel terziario.
"La Calabria - ha detto il direttore della filiale
calabrese di Bankitalia Sergio Magarelli - ha già pagato un
prezzo altissimo. La crisi che ha investito la nostra realtà non
va comunque sprecata. Anche perché nulla tornerà come prima".
Il rapporto è stato illustrato dai componenti del Nucleo di
ricerca dell'istituto, coordinati da Giuseppe Albanese, Antonio
Covelli e Graziella Mendicino.
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