I carabinieri della
Compagnia di Melito di Porto Salvo hanno arrestato Massimo
Bevilacqua, di 42 anni, con l'accusa di furto aggravato e
tentata estorsione, in esecuzione di un'ordinanza di custodia
cautelare in carcere emessa dal Gip di Reggio Calabria su
richiesta della Procura della Repubblica.
L'indagine, coordinata dal Procuratore aggiunto Gerardo
Dominijanni e dal sostituto procuratore Alessandro Moffa e
condotta dal Nucleo operativo e radiomobile della Compagnia, era
iniziata nello scorso mese di febbraio "a seguito - riferiscono
i carabinieri - dell'allarmante recrudescenza dei furti di
veicoli a Melito Porto Salvo".
Nelle notti tra il 2 ed il 6 febbraio alcune persone,
approfittando del buio e della minore frequentazione delle vie
cittadine, hanno prima rubato un furgone telonato e, pochi
giorni dopo, hanno asportato un'ambulanza privata, utilizzandola
per commettere un ulteriore furto ai danni di una
concessionaria, da dove hanno prelevato un motociclo ed un
personal computer.
"Le immagini del sistema di videosorveglianza - é detto in
una nota stampa dei carabinieri - sono state determinanti per
ricostruire i movimenti dei responsabili ed individuare il mezzo
da loro utilizzato per gli spostamenti. Eloquente la metodologia
impiegata nella scelta delle vittime. Infatti, una circostanza è
balzata all'attenzione dei carabinieri: sulla carrozzeria dei
mezzi erano indicati i recapiti telefonici e, quindi, le vittime
avrebbero potuto essere agevolmente contattate. La conferma che
il progetto delittuoso andasse oltre l'appropriazione dei
veicoli è stata di lì a poco confermata. Gli indagati hanno poi
cercato, nei giorni successivi, di chiamare le ignare vittime,
chiedendo loro di recarsi nel quartiere Arghillà per pagare il
'riscatto' e riottenere il mezzo rubato, secondo la tecnica
comunemente conosciuta come 'cavallo di ritorno'".
I militari inoltre hanno denunciato in stato di libertà altre
due persone alle quali viene contestato il furto dei mezzi.
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