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'Ndrangheta: sequestrati 1,5 mln di beni a esponente cosca

'Ndrangheta

'Ndrangheta: sequestrati 1,5 mln di beni a esponente cosca

Sigilli a proprietà di Girolamo Mazzaferro

REGGIO CALABRIA, 01 ottobre 2020, 21:23

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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I carabinieri del Ros e del comando provinciale di Reggio Calabria hanno eseguito un provvedimento di sequestro, per un milione e mezzo di euro, emesso dalla Sezione misure di prevenzione del Tribunale su richiesta della Dda guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri. Il destinatario del sequestro è Girolamo Mazzaferro, di 85 anni, ritenuto esponente di spicco della cosca Piromalli. L'operazione rientra nell'ambito dell'inchiesta "Provvidenza bis". L'esecuzione ha interessato la provincia di Reggio Calabria e Roma. Mazzaferro si è visto applicare i sigilli a due imprese agricole attive, con un patrimonio aziendale ed un volume d'affari annuo di circa 200 mila euro, quattro immobili tra Gioia Tauro e Roma del valore di 600mila euro. Un deposito e un terreno edificabile, su cui era già stata programmata una lottizzazione immobiliare, del valore stimato di circa 700mila euro sono stati sequestrati perché, secondo gli inquirenti, sono stati acquisiti da Mazzaferro attraverso l'usura ai danni di due cittadini di Gioia Tauro. Coordinata dal procuratore aggiunto Gaetano Paci e dai sostituti della Dda Giulia Pantano, Paola D'Ambrosio e Nicola De Caria, l'inchiesta è il seguito dell'operazione "Provvidenza bis" che ha disarticolato la cosca Piromalli con l'arresto dei vertici della famiglia mafiosa tra cui anche Girolamo Mazzaferro risultato direttamente collegato ai fratelli Gioacchino, Antonio e Giuseppe Piromalli. Gli accertamenti del Ros hanno consentito di ricostruire il percorso di crescita imprenditoriale di Mazzaferro, divenuto sin dagli anni '60 un esponente di rilievo della 'ndrangheta. Forte dei guadagni illeciti acquisiti a seguito della partecipazione, nel 1975, all'appalto relativo alla costruzione del V centro siderurgico di Gioia Tauro, trasformato successivamente nell'attuale porto, Mazzaferro aveva avviato unitamente al fratello Teodoro un'innumerevole serie di investimenti immobiliari con il concorso finanziario dei fratelli Piromalli. Girolamo Mazzaferro, secondo l'accusa, avrebbe supportato Teodoro facendosi da garante con i vertici dei Piromalli per ottenere ingenti capitali di provenienza illecita con cui avviare numerose lottizzazioni immobiliari a Gioia Tauro e Palmi.
   

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