Si é concluso con 54
condanne e cinque assoluzioni il processo, celebrato col rito
abbreviato davanti al Gup di Reggio Calabria, Domenico Armaleo,
nato dall'operazione antimafia "Ares" condotta nel luglio del
2018 dai carabinieri contro la cosca Cacciola-Grasso di Rosarno.
Tutti gli imputati, in base alle indagini condotte dai
carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, erano
accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere di
stampo mafioso, traffico internazionale di droga, estorsione,
tentato omicidio, danneggiamenti e detenzione di armi. La
sentenza emessa dal Gup ha confermato l'impianto accusatorio
dell'inchiesta, illustrata in udienza dal pm Sabrina Fornato e
coordinata dal procuratore Giovanni Bombardieri, dall'aggiunto
Gaetano Paci e dal sostituto della Dda Adriana Sciglio.
La condanna più pesante, 20 anni di reclusione, è stata
inflitta a Giovanni Battista Cacciola, Giuseppe Di Marte, Rocco
Elia, Domanico Giampaolo, Domenico Grasso e Rosario Grasso..
Per falsità in perizia e corruzione, inoltre, è stato
condannato a 6 anni e 8 mesi anche il medico legale Antonio De
Santis. Secondo quanto é emerso dall'inchiesta "Ares", infatti,
per una perizia sull'incompatibilità delle condizioni di salute
del boss Rosario Grasso con il regime carcerario, De Santis
sarebbe stato ricompensato dalla criminologa Angela Tibullo,
imputata nel processo con rito ordinario in corso a Palmi, con
delle escort.
L'inchiesta ha fatto luce, inoltre, su un traffico di cocaina
dal Sudamerica e di hashish dalla Spagna e dal Marocco.
Cinque gli imputati assolti: Armando Delisi, Tommaso Gentile,
Domenico Grasso, Antonino Pesce e Anna Maria Virgiglio.
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