La Direzione distrettuale
antimafia di Reggio Calabria ha chiuso l'inchiesta "Eyphemos"
sulle cosche di 'ndrangheta di Sant'Eufemia d'Aspromonte. Sono
77 in tutto gli indagati ai quali oggi la squadra mobile ha
notificato l'avviso di conclusione indagini firmato dal
procuratore aggiunto Gaetano Paci e dal sostituto della Dda
Giulia Pantano. Tra questi ci sono anche il senatore di Forza
Italia Marco Siclari - per il quale la Dda aveva chiesto
l'autorizzazione a procedere - e il consigliere regionale di
Fratelli d'Italia Domenico Creazzo - ora sospeso - sindaco di
Sant'Eufemia d'Aspromonte prima dello scioglimento del Comune
per infiltrazioni mafiose. Entrambi sono accusati di scambio
elettorale politico-mafioso. Sono coinvolti nell'inchiesta che
nel febbraio scorso portò all'arresto di 53 persone.
Il parlamentare, stando all'inchiesta coordinata dal
procuratore Giovanni Bombardieri, sarebbe stato appoggiato dalla
cosca Alvaro alle politiche del 2018. Marco Siclari "accettava -
è scritto nel capo di imputazione - a mezzo dell'intermediario
Giuseppe Antonio Galletta, la promessa di procurare voti da
parte di Domenico Laurendi, appartenente al locale di ndrangheta
di Santa Eufemia della famiglia mafiosa Alvaro". In cambio, due
mesi dopo le elezioni, secondo i pm, il senatore si sarebbe
interessato per far ottenere il trasferimento a Messina a una
dipendente delle Poste, figlia di un affiliato alla 'ndrangheta.
Dopo un periodo in carcere è agli arresti domiciliari il
consigliere regionale Domenico Creazzo, come il fratello
Antonino, anche lui indagato. Arrestato venti giorni dopo essere
stato eletto a palazzo Campanella, l'esponente di Fratelli
d'Italia avrebbe accettato la "promessa di procurare voti" da
parte del boss Domenico Laurendi, detto "Rocchellina", e di
Domenico Alvaro, "esponente di spicco" dell'omonima cosca, già
condannato nel processo "Xenopolis".
L'avviso di conclusione indagini comprende anche gli indagati
dell'operazione "Eyphemos 2", arrestati nel settembre scorso.
Entro 20 giorni, Siclari, Creazzo e gli altri 75 indagati
potranno chiedere di essere interrogati dalla Dda. Subito dopo,
i pm decideranno se chiedere il rinvio a giudizio.
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