Il Tribunale della libertà
di Catanzaro ha scarcerato Antonio Pontoriero, di 45 anni,
condannato nei giorni scorsi, in primo grado, a 22 anni di
reclusione per l'omicidio di Soumayla Sacko, il bracciante
maliano e sindacalista Usb, ucciso a colpi di fucile il 2 giugno
del 2018 mentre stava raccogliendo alcune lamiere nell'area
dell'ex fornace "La Tranquilla" di San Calogero nel Vibonese. I
giudic hanno accolto l'istanza dei difensori dell'uomo, gli
avvocati Salvatore Staiano e Francesco Muzzopappa. Pontoriero
lascia quindi il carcere di Castrovillari (Cosenza) in cui si
trovava recluso per beneficiare della detenzione domiciliare con
braccialetto elettronico.
Per il Collegio, nonostante il lungo periodo di detenzione
(circa due anni) e lo stato di incensuratezza, "persistono le
esigenze cautelari a carico dell'imputato" ma all'affievolimento
della misura hanno contribuito tre particolari: "lo stato
avanzato dell'istruttoria processuale davanti alla Corte
d'Assise di Catanzaro; il consenso di Pontoriero
all'utilizzazione del braccialetto elettronico e il parere
favorevole dello stesso pubblico ministero". Da qui
l'accoglimento dell'appello proposto dagli avvocati Staiano e
Muzzopappa che nell'istanza hanno sottolineato l'insussistenza
di un concreto attuale pericolo di recidiva. Per i giudici del
Riesame i domiciliari con il braccialetto elettronico
rappresentano misura idonea "a scongiurare prossime occasioni di
ricaduta nel delitto, espletando al tempo stesso un effetto
deterrente sulla reiterazione di condotte analoghe". I difensori
di Pontoriero hanno annunciato ricorso in appello contro la
sentenza di primo grado.
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