Beni per oltre 37 mila euro sono
stati sequestrati, su disposizione del gip di Catanzaro, all'ex
consigliere regionale della Calabria Claudio Parente, di 54
anni, fino allo scorso gennaio presidente del gruppo consiliare
di Forza Italia, indagato dalla Procura di Catanzaro per
peculato e corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio.
Il sequestro è stato effettuato dai finanzieri del Comando
provinciale di Catanzaro.
L'indagine, diretta dal pm Graziella Viscomi con il
coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli e del
procuratore Nicola Gratteri, vede coinvolti anche due
consiglieri comunali di Catanzaro, Francesco Gironda (54) e
Giuseppe Pisano (43), iscritti nel registro degli indagati per
corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio e
scaturisce da due avvenimenti solo apparentemente non collegati
fra loro. Il primo è l'approvazione di una delibera del
Consiglio comunale con la quale, il 13 settembre 2018, con il
voto favorevole anche di Gironda e Pisano, si dava la
possibilità di cedere un terreno di proprietà comunale
all'associazione interregionale "Vivere insieme", operante
principalmente nel settore dei servizi sanitari in convenzione.
L'altro è l'assunzione, da parte di Parente, del fratello di
Gironda e della convivente di Pisano quali suoi collaboratori a
tempo determinato nella struttura speciale a sua disposizione al
Consiglio regionale.
Le indagini, condotte dai finanzieri del nucleo di Polizia
economico-finanziaria di Catanzaro, mettono in relazione i due
avvenimenti nel quadro di un accordo corruttivo fra i tre:
Parente, infatti, per l'accusa è risultato essere amministratore
de facto di "vivere insieme", mentre Gironda e Pisano avrebbero
assecondato i suoi desiderata ottenendo quale contropartita
l'assunzione dei due congiunti. Al fine di ricompensare i
consiglieri comunali, Parente, per l'accusa, si è quindi
appropriato di fondi regionali destinati al reclutamento di
personale da adibire alla propria struttura speciale,
utilizzandoli indebitamente. La somma sequestrata, 37.682,80,
per l'accusa, è il profitto del peculato realizzato da Parente e
corrisponde ai compensi erogati dal Consiglio regionale ai
congiunti di Pisano e Gironda.
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