Oggi avrebbe compiuto 33
anni, Nino Candido, il vigile del fuoco originario di Reggio
Calabria, morto nella strage avvenuta a Quargnento, in provincia
di Alessandria, nella notte tra il 4 e il 5 novembre di un anno
fa.
La madre di Candido, Marina, che ha sempre fatto in modo
che il figlio e i colleghi morti con lui in quella assurda
strage non venissero dimenticati, ha oggi ricevuto in dono il
simbolo di quel legame indissolubile con il figlio, racchiuso in
una immagine dell'artista e disegnatore reggino Antonio
Federico. Federico, nato e cresciuto a Reggio, e che da qualche
anno insegna discipline artistiche al Liceo artistico "Umberto
Brunelleschi" di Prato, non è nuovo a questi atti di
sensibilità. L'estate scora a Parma è stato premiato al Festival
della Parola per tre opere dedicate al tema della Pandemia,
acquistate all'asta dagli organizzatori del Festival e donati ai
reparti pediatrico e di geriatria del Policlinico universitario
emiliano ed alla Direzione generale dell'Asp parmense.
In quest'opera, Federico mette nero su bianco, il calore e
la forza dell'abbraccio tra madre e figlio che si incontrano e
scaldano di nuovo, accettando la dura e triste realtà. Il
giovane vigile del fuoco, nel ritratto a colori, sprona la mamma
a non cercarlo più con gli occhi ma con il cuore, perché è lì
che per sempre lo troverà. Un messaggio struggente che però,
sussurra e rimarca quell'amore sconfinato che nessuno mai potrà
togliere alla mamma e al papà di Nino.
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