Beni per 169 mila euro sono
stati sequestrati dai finanzieri del Comando provinciale di
Catanzaro a tre dirigenti del Corap (Consorzio Regionale delle
Attività Produttive) della Calabria perché avrebbero percepito
indebitamente maggiori retribuzioni tra il 2018 ed il 2019. Il
provvedimento è stato emesso dal gip a conclusione di
un'indagine diretta dai pm Chiara Bonfadini e Anna Chiara Reale
con il coordinamento del procuratore aggiunto Giancarlo Novelli
e del procuratore Nicola Gratteri.
I tre dirigenti, Pasqualino Filella, di 42 anni, di Paola
(Cosenza), Francesco Rechichi (55), di Reggio Calabria e Filippo
Valotta (57), di Vibo Valentia sono indagati per peculato. Per
lo stesso reato è indagata anche il commissario straordinario
pro tempore del Corap Maria Rosaria Guzzi (68) di Castrolibero
(Cosenza). Le indagini sono state avviate nel 2020 dal Nucleo di
polizia economica-finanziaria della Guardia di finanza di
Catanzaro in collaborazione con la Sezione di Pg della Guardia
di finanza presso la Procura, dopo una denuncia del revisore
unico del Corap, con la quale erano state segnalate irregolarità
nella retribuzione in favore dei dirigenti, sin dal momento del
loro transito dagli ex Consorzi Provinciali Asi (Area di
Sviluppo Industriale) al neo-istituito Corap. Dagli accertamenti
sarebbe emerso che i dirigenti avevano sottoscritto, con il
Commissario straordinario, accordi con i quali la retribuzione
era stata correttamente parametrata a quanto previsto Contratto
collettivo nazionale. Nei fatti, invece, per l'accusa, dopo soli
10 mesi dalla sottoscrizione, ai tre sarebbero stati
riconosciuti ulteriori assegni ad personam, per un totale di
circa 170.000 euro. La maggiore retribuzione era stata
"contabilizzata" e corrisposta in forza di scritture private
tradotte dal Commissario straordinario con propri decreti. Dalle
indagini sarebbero emerse irregolarità nei provvedimenti di
spesa adottati da Guzzi poiché, in accordo con i dirigenti
indagati e in violazione a quanto previsto dalle norme, non
aveva mai trasmesso alla Giunta regionale, entro il termine di
10 giorni dall'adozione del provvedimento, gli atti
amministrativi e di gestione che avrebbe avuto l'obbligo di
inviare.
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