Da un lato il suo primo festival di
Sanremo, dall'altro l'uscita di Meridionale (il 12 marzo), il
suo secondo album. E' un momento cruciale per il giovane
cantautore Aiello, calabrese di nascita, romano d'adozione,
chiamato a mettere un tassello importante nel suo percorso
artistico.
"Da spettatore sono sempre stato un fan del Festival, da
artista invece non ho mai pensato che fosse una tappa
obbligatoria e fino a qualche mese fa non ci pensavo proprio -
racconta Aiello, in gara con il brano Ora -. Poi, complice anche
il periodo che stiamo vivendo, ho provato a dare uno spazio più
largo alla mia musica portandola sul palco più grande che
abbiamo in Italia". Si definisce "il più piccolo dei Big", e non
nega che "vincere sarebbe bello, ma se arrivassi ultimo come
Vasco per poi riempire i miei concerti andrebbe bene".
Il brano, che racconta il sesso Ibuprofene ("curativo,
tossico o liberatorio, ognuno può vederci quello che vuole") ed
ed prodotto da Mace e Brail, è una delle dieci tracce contenute
nel nuovo disco. "Un progetto al quale tengo, perché dovrà
confermare che le cose buone fatte finora non sono state un
abbaglio, chiedendo a me stesso un passo in avanti e
un'evoluzione artistica".
Meridionale, un titolo scelto ovviamente non a caso, vuole
essere "l'occasione per accendere una luce buona su una terra
raccontata spesso a tinte scure". Il filo conduttore del disco è
la contaminazione di suoni e generi che spaziano dal pop
all'r'n'b passando per clubbing, flamenco, classic e urban. "Un
newpop che affonda nelle mie origini e si nutre delle mie
esperienze in giro per il mondo. Una musica lacrime e sudore,
schiaffi e abbracci".
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