I carabinieri del Ros di
Catanzaro e del comando provinciale di Vibo Valentia hanno
eseguito una misura cautelare in carcere per un cold case di
'ndrangheta di 28 anni fa, a carico di Salvatore e Rosario Lo
Bianco, ritenuti responsabili, in concorso, dell'omicidio
dell'imprenditore vibonese Filippo Piccione, avvenuto a Vibo, il
21 febbraio 1993. Agli stessi sono state contestate le
aggravanti di aver agito con premeditazione, nonché di aver
agito al fine di agevolare l'attività della 'ndrina Lo
Bianco-Barba.
L'indagine, condotta dai carabinieri del Ros e del Nucleo
investigativo del Comando provinciale di Vibo Valentia e
coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro,
è nata da uno stralcio del procedimento "Rinascita-Scott".
Secondo quanto documentato, l'omicidio sarebbe stato deciso dai
vertici della cosca Lo Bianco, attiva nella città di Vibo
Valentia, che vollero vendicare la morte del loro congiunto
Leoluca Lo Bianco, ucciso nelle campagne di Vibo Valentia il
primo febbraio 1992. Dalle investigazioni è emerso che i colpi
di fucile che causarono la morte di quest'ultimo erano stati
esplosi dall'interno di una proprietà di Filippo Piccione. Tale
circostanza, ingenerò all'interno della cosca Lo Bianco, il
sospetto di un coinvolgimento dell'imprenditore vibonese,
secondo quanto ricostruito anche attraverso l'esame delle
dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, costituendo,
dunque, la causale dell'omicidio di Piccione.
Oltre ai due Lo Bianco, stamani i carabinieri hanno
notificato avvisi di garanzia ad altre 8 persone: Michele Lo
Bianco, di 73 anni, di Vibo, detto "U ciucciu"; Domenico Lo
Bianco (79), di Vibo; Leoluca Lo Bianco (62), di Vibo, detto "U
Rozzu"; Filippo Catania (70), di Vibo; Antonino Franzé (66), di
Vibo; Vincenzo Barba (69), di Vibo; Alfredo Calafati (59), di
Cessaniti; Paolino Lo Bianco (58), di Vibo.
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