Una truffa ai danni
dell'Inps è stata scoperta dai carabinieri che, con il
coordinamento della Procura di Reggio Calabria, diretta da
Giovanni Bombardieri, hanno eseguito un'ordinanza cautelare
emessa dal Gip nei confronti di 18 indagati, accusati, a vario
titolo, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa
aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche e falsità
ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici.
Il provvedimento scaturisce dalle indagini avviate nel 2019
dalla Compagnia carabinieri di Villa San Giovanni e dalla
Stazione di San Roberto, con il coordinamento del procuratore
aggiunto Gerardo Dominijanni e del pm Alessandro Moffa, che
avrebbe portato alla luce un'organizzazione dedita alle truffe
ai danni dell'Inps con la creazione di 7 aziende agricole
"fantasma" allo scopo di far percepire a finti braccianti
agricoli, dietro compenso di denaro o altre utilità, indennità
previdenziali quali disoccupazione, malattia, maternità e
contributi. Determinanti si sono rilevati i sopralluoghi sui
terreni dove dovevano operare le aziende agricole "fantasma" e,
soprattutto, l'acquisizione di elementi informativi, con
l'escussione di testimoni, persone a conoscenza anche solo di
indizi in merito al metodo che permetteva al sodalizio di
percepire indebitamente i contributi statali ed europei.
La figura principale, secondo l'accusa, era Giuseppe Romeo,
65enne, responsabile di un ufficio Caf di Reggio ritenuto capo
dell'associazione e promotore dei singoli reati alla cui
realizzazione partecipava a tutte le fasi: creazione delle
aziende agricole (di fatto non operative), denuncia dei falsi
rapporti di lavoro, istruzione delle pratiche, inoltro di
istanze per la indennità previdenziali ed assistenziali,
ripartizione delle somme indebitamente percepite dai finti
braccianti agricoli. Altri indagati mettevano a disposizione i
propri terreni e le proprie aziende, nelle quali, sotto la regia
di Romeo, assumevano fittiziamente braccianti agricoli.
A conclusione delle indagini, Romeo è stato posto agli
arresti domiciliari e ad altre 17 persone è stato notificato
l'obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria.
Sequestrati anche beni per 110.000 euro.
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