Avrebbe compiuto sette rapine
terrorizzando le proprie vittime. Ma grazie alla denuncia di
queste ultime, i carabinieri lo hanno identificato e arrestato
in esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere
emessa dal gip di Palmi su richiesta della Procura. Nel corso
dell'arresto, nella perquisizione domiciliare cui è stato
sottoposto l'indagato - pregiudicato e legato ad una conosciuta
famiglia rosarnese - i carabinieri della Compagnia di Gioia
Tauro, supportati dal Gruppo Eliportato di Vibo Valentia, hanno
anche trovato due bunker: uno ricavato da una intercapedine
sottostante la cucina ed un altro sotto un capannone di fronte
all'abitazione, utilizzati verosimilmente, secondo gli
investigatori, per nascondere oggetti utili a compiere i fatti
delittuosi o quale nascondiglio per latitanti o refurtiva, oltre
che alcune cartucce da caccia.
Il primo caso risale al 2020, quando l'arrestato aveva
costretto il titolare di una ditta di autotrasporti a
consegnargli il portafogli dietro gravi minacce. In un
successivo episodio, ad essere preso di mira, era stato un
autista della stessa ditta, inseguito a bordo della propria
autovettura e costretto a consegnare 2.100 euro ed alcuni pacchi
che trasportava, inducendolo, in un episodio successivo, a
consegnargli altri 1.200 euro. Altro episodio analogo risale a
fine 2020, quando a Maropati, travisato, con in pugno una
pistola, l'uomo aveva tentato di porre in essere altra rapina
nei confronti del corriere di una ditta, non portata a termine
grazie alla pronta reazione del corriere stesso. Pochi giorni
dopo, l'uomo aveva nuovamente cercato di rapinare, armato di
pistola, lo stesso corriere che nel tentativo di scappare alla
guida del furgone era finito fuori strada e derubato di 150
euro. Lo stesso giorno, a Melicucco, ad essere preso di mira
anche il corriere di una ditta già vittima di precedenti
ritorsioni. L'ultimo episodio a Rosarno a fine dicembre.
Nell'occasione due soggetti si sono impossessati di tre fucili
prendendoli a dei cacciatori.
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