Una pisside in argento e
altri beni trafugati nell'aprile del 1979 sono stati restituiti
a don Antonio Russo, responsabile dei beni culturali della
Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, dal comandante del nucleo
carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale di Cosenza,
capitano Bartolo Taglietti. Le investigazioni, condotte dai
militari del reparto specializzato, coordinate dalla procura di
Vibo Valentia, hanno portato alla denuncia, in stato di libertà,
di una persona ritenuta responsabile di ricettazione e al
recupero del bene, finito a seguito di un'asta in un'abitazione
privata nel maceratese.
La restituzione della pisside è avvenuta alla presenza del
vescovo mons. Luigi Renzo, del sindaco di Mileto Salvatore
Fortunato Giordano e di Salvatore Patamia, direttore regionale
del Mic Calabria, soprintendente ad interim Archeologia Belle
Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e
la provincia di Vibo Valentia.
La pisside è un'opera di argenteria napoletana del XIX
secolo, con da una decorazione di tipo barocco, donata nel 1824
alla cattedrale da monsignor Vincenzo Maria Armentano, vescovo
di Mileto. Il recupero è stato possibile grazie al monitoraggio,
svolto dal nucleo dell'Arma, sulle vendite di beni da parte
delle case d'asta nazionali ed estere. La vendita figurava nel
2018 sul catalogo di una nota casa d'aste toscana: la
comparazione delle immagini con quelle contenute nella "Banca
dati dei beni culturali illecitamente sottratti", il più grande
database di opere d'arte rubate al mondo gestito dal Comando
Tpc, ha permesso di individuarne la perfetta corrispondenza e di
recuperare il bene il cui furto venne consumato ai danni della
Chiesa di Mileto.
La corrispondenza tra la pisside sequestrata e quella
trafugata dalla Chiesa San Nicola di Mileto, catalogata nel 1974
dall'allora Direzione Generale delle Antichità e delle Belle
Arti del ministero della Pubblica Istruzione, è stata confermata
dal funzionario storico dell'arte della Soprintendenza
Archeologia Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di
Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia. La pisside
potrà così essere ricollocata nel luogo sacro di provenienza.
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