Un centro massaggi, all'
interno del quale giovani donne cinesi esercitavano la
prostituzione, è stato sequestrato dalla Guardia di finanza in
pieno centro a Reggio Calabria. Il provvedimento è stato al
termine delle indagini iniziate nel giugno 2019 e condotte dai
finanzieri del comando provinciale con il coordinamento del
procuratore Giovanni Bombardieri, dell'aggiunto Gerardo
Dominijanni e del pm Sara Perezzan.
Il centro, ubicato nella centralissima via Veneto, era gestito
da una donna, Jin Ronghua di 43 anni, anche lei di nazionalità
cinese. Il "giro" di prostituzione è emerso grazie alle
telecamere e ai microfoni piazzati all'interno dei locali dove,
secondo gli inquirenti, "si svolgeva in modo sistematico
attività di meretricio da parte delle dipendenti".
In un solo giorno, nel settembre 2019, sono stati "registrati
circa cinque episodi".
Le intercettazioni audio e video, infatti, hanno consentito
agli investigatori di accertare che la titolare del centro
massaggi tollerava abitualmente la presenza di ragazze cinesi,
dipendenti, di cui sfruttava la prostituzione. In particolare,
la donna le istruiva e talvolta assisteva alle prestazioni
sessuali pubblicizzando l'attività su internet con immagini che
ritraevano le dipendenti in abiti succinti e in posizioni
sessualmente esplicite. Era lei, inoltre, che contrattava il
prezzo del "servizio" con i clienti. Denaro, che le veniva
consegnato in un secondo momento, in cambio di sesso. Il costo
era di 50 euro per ogni massaggio, con un sovrapprezzo per
rapporti completi. Oltre al sequestro preventivo d'urgenza, la
Procura ha notificato un avviso di conclusioni delle indagini
preliminari per la responsabile del cento massaggi accusata del
reato di tolleranza abituale e sfruttamento della prostituzione,
aggravato per aver commesso i fatti ai danni di più persone,
aventi anche rapporti d'impiego.
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