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L'Italia brucia, due morti in Calabria uno in Sicilia

L'Italia brucia, due morti in Calabria uno in Sicilia

Nel Reggino le vittime sono due anziani, un agricoltore ha perso la vita nel Catanese

REGGIO CALABRIA, 10 agosto 2021, 21:04

Redazione ANSA

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Incendio nel Ragusano, minaccia area archeologica Iblei - RIPRODUZIONE RISERVATA

Incendio nel Ragusano, minaccia area archeologica Iblei - RIPRODUZIONE RISERVATA
Incendio nel Ragusano, minaccia area archeologica Iblei - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Giornata nera sul fronte degli incendi: le fiamme hanno divorato ettari di bosco in Calabria, Sicilia, Sardegna, Campania. Si registrano anche tre vittime, due in Calabria e una in Sicilia. Un triste bilancio che si aggiunge ai due morti, zia e nipote, sempre in Calabria qualche giorno fa. La Regione chiede ora al governo lo stato di emergenza. "Il tema degli incendi è un'emergenza che deve trovare risposte immediate e vanno trovate con i ristori da dare a chi oggi ha perso tutto", ha assicurato il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, in visita in Sicilia alle comunità colpite dai roghi.

Incendi che potrebbero avere una matrice dolosa ma che risultano anche frutto della scarsa manutenzione e prevenzione delle distese boschive delle quali è ricca l'Italia. "Abbiamo mappato oltre 40 cause alla base degli incendi boschivi: dalle ripuliture dei fondi alle bruciature delle stoppe ai comportamenti dei piromani, che sono una percentuale residuale, al vandalismo. E' capitato anche di giovani che hanno dato fuoco per vedere in azione la macchina dei soccorsi", spiega il colonnello Marco di Fonzo, comandante del Nucleo Informativo Antincendio Boschivo del Comando Carabinieri Tutela Forestale. Un agricoltore di 30 anni è morto a Paternò (Catania) schiacciato dal suo trattore nel tentativo di spegnere un incendio in un podere nell'area di Ponte Barca. Stava trasportando una botte piena d'acqua sul suo trattore che all'altezza di una curva lungo la statale si è capovolto schiacciandolo e uccidendolo sul colpo.

A Pergusa (Enna) le fiamme hanno minacciato un gruppo di case e due famiglie sono state evacuate. Due le vittime in Calabria, la regione oggi più colpita, che ha visto in fumo ettari di bosco sull'Aspromonte. Un uomo, Mario Zavaglia, di 76 anni, è morto nelle campagne di Grotteria (Reggio Calabria). Si era recato nella sua proprietà per accudire il proprio orto in contrada Scaletta, alle falde dei monti della Limina. In pochi minuti le fiamme hanno circondato l'abitazione senza lasciare scampo all'anziano. Sempre in provincia di Reggio Calabria, a Cardeto, un uomo di 79 anni, Nicola Fortugno, è stato trovato morto a causa delle ustioni provocate dall'incendio scoppiato nella zona.

Altre quattro persone sono rimaste ustionate a Vinco, frazione pedemontana di Reggio Calabria, e sono state portate in ospedale. In Campania, un uomo di 68 anni stava cercando di spegnere un incendio divampato nel proprio terreno ma è stato investito dalle fiamme e per questo è ricoverato in codice rosso in ospedale a Benevento. L'incidente è avvenuto in località Rotola, nel comune di Ceppaloni.

 Sono state complessivamente 32 le richieste di intervento aereo ricevute dal Centro Operativo Aereo Unificato del Dipartimento della Protezione Civile oggi, di cui 10 dalla Calabria, 9 dalla Sicilia, 4 dalla Sardegna, 4 dalla Basilicata, 2 ciascuna dalla Campania e dal Lazio, una dalla Puglia. Stamani grande apprensione al santuario mariano di Polsi, a San Luca (Reggio Calabria). Era circondato dalle fiamme che hanno colto alla sprovvista centinaia di pellegrini che arrivavano in auto e a piedi da Cinquefrondi (Reggio Calabria). I vigili del fuoco hanno 'scortato' i pellegrini per consentire loro di lasciare in sicurezza l'area minacciata dalle fiamme. La protezione civile ha poi chiuso la principale via d'accesso, all'altezza di Gambarie, e di fatto il santuario, noto in passato per gli incontri tra i capi 'ndrangheta che però ha visto negli ultimi tempi un ritorno di fede popolare proprio grazie a questi pellegrinaggi, è di fatto isolato. "I piromani sono assassini ambientali. Ma le istituzioni possono e devono fare di più per fermare il fuoco, anche attraverso una coscienza collettiva più attenta e diffusa", affermano i vescovi della Calabria.

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