"Strafelice di poter sostenere
un'opera che racconta questa terra straordinaria come la
Calabria, che poi è la mia terra d'origine". Così, Francesco
Schipani, direttore artistico del settore audio-visivo e
teatrale della Calabria Film Commission, nel corso della
conferenza stampa di presentazione del film "L'altra via" che,
avendo partecipato ad un avviso pubblico del 2019, ha ottenuto
il sostegno della Fondazione Calabria Film Commission. "Insieme
al commissario Giovanni Minoli - ha aggiunto Schipani - stiamo
lavorando per costruire un grande polo culturale e
cinematografico in Calabria nella consapevolezza che questo
obiettivo lo si può raggiungere solo con i calabresi".
Parole cui hanno fatto eco le dichiarazioni del regista
Saverio Cappiello. "Le immagini della Calabria - ha detto - sono
entrate di prepotenza nel film e la scelta di Catanzaro è stata
felicissima, perché ha un'architettura e un paesaggio,
soprattutto l'area Sud, che ricorda molto la mia Puglia e mi
riporta alla mia prima infanzia".
Il film, come spiegato dal produttore Giuseppe Gallo (Verso
Features e Picture Show), "nasce un anno fa e nasce per essere
raccontato a Catanzaro. Non viene adattato al territorio ma è
una storia concepita fin dall'inizio per essere raccontata in
Calabria". Ambientato e girato nei quartieri del Capoluogo
calabro ha anche il patrocinio dell'assessorato comunale alla
Cultura e racconta una storia di amicizia sullo sfondo degli
anni '90, nelle settimane che precedono l'inizio dei mondiali di
calcio.
All'incontro con la stampa, tra gli altri erano presenti
Giuseppe Pacenza, il ragazzino calciatore (Marcello) - "bella
esperienza, nata come un gioco: ho mandato un video e mi hanno
scelto" - e Fausto Verginelli, che interpreta il calciatore
(Andrea Viscomi), che ha raccontato che "nel film attraverso lo
sguardo di Marcello metto in discussione la mia vita e grazie a
lui prendo 'L'altra via'". Presente anche Vera Dragone, che
interpreta la madre di Marcello (Tereza), "una donna sola che
deve far fronte a mille difficoltà trascinandosi il peso della
casa, del lavoro precario. A volte è dura, non mostra grandi
slanci di affetto, ma si capisce che fa di tutto per
salvaguardare il figlio".
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