"Accetto qualsiasi cosa ma non la
denigrazione morale. Per diversi anni Riace, piccolo comune
collinare dell'alto ionio reggino, nella Locride, comprensorio
afflitto e assalito da tanti problemi sociali, economici ed
occupazionali, ha rappresentato il riscatto del territorio su un
tema che da almeno due decenni ha segnato la storia
dell'umanità: le migrazioni e la mancanza di una vera giustizia
sociale". A sostenerlo è stato l'ex sindaco di Riace Domenico
Mimmo Lucano, condannato dal Tribunale di Locri a 13 anni e 2
mesi di reclusione per presunte irregolarità nella gestione
dell'accoglienza ai migranti nella cittadini.
Oggi pomeriggio a Riace si sono presentati in centinaia,
provenienti da diverse regioni, per rispondere all'appello
lanciato sui social di una manifestazione in segno di vicinanza,
dopo la sentenza di condanna, all'ex sindaco. "In tutta questa
vicenda - ha aggiunto Lucano - al di là della sentenza di
condanna, l'aspetto che mi ha ferito profondamente, è il senso
di delegittimazione e se volete di criminalizzazione, di ideali
nei quali ho sempre creduto e continuo a credere che si è
cercato a tutti i costi di fare passare. Quello che ancora mi
chiedo, e ancora non sono riuscito a darmi una risposta, è che
cosa ho fatto per meritarmi questo trattamento così duro. Devo
pensare, allora, che era già tutto scritto?".
Per il giornalista Gad Lerner, che ha moderato il dibattito
pubblico con Mimmo Lucano, quanto fatto nei confronti dell'ex
sindaco di Riace equivale "ad uno stupro. Qui si è voluto
demolire una persona. Ecco perché qui siamo tutti offesi e
feriti oltre che solidali con Mimmo". Per il padre comboniano
Alex Zanotelli, artefice principale della manifestazione,
"quello di Locri è stato un processo politico".
All'iniziativa hanno partecipato anche Luigi de Magistris e
alcuni sindaci della provincia di Reggio Calabria.
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