E' tuttora in carcere,
malgrado il Tribunale del riesame di Reggio Calabria gli abbia
concesso gli arresti domiciliari, l'avvocato ed ex senatore
Giancarlo Pittelli, coinvolto, con l'accusa di concorso esterno
in associazione mafiosa, nell'inchiesta "Mala pianta" sulla
cosca Piromalli della 'ndrangheta condotta dalla Dda reggina.
Resta irrisolto, infatti, il cavillo procedurale legato al
mantenimento per Pittelli del braccialetto elettronico la cui
applicazione era stata disposta dal Tribunale di Vibo Valentia
quando all'ex parlamentare furono concessi gli arresti
domiciliari anche nell'ambito del procedimento "Rinascita
Scott", scaturito da un'inchiesta della Dda di Catanzaro, in cui
il penalista é accusato sempre di concorso esterno in
associazione mafiosa.
"Questa situazione - hanno detto i difensori di Pittelli,
Salvatore Staiano e Guido Contestabile - non può durare ancora.
Abbiamo interessato del problema anche le Camere penali di
Catanzaro e Reggio Calabria, che dovranno prendere una posizione
su questa vicenda. C'è una questione fondamentale che va
chiarita. La mancata scarcerazione di Pittelli non rappresenta
un atto di insubordinazione da parte del carcere. I responsabili
della casa di reclusione si stanno ponendo un problema reale e
concreto che qualcuno avrebbe dovuto risolvere già da prima. La
questione va chiarita da chi ha il potere di farlo, che non è
certamente la direzione della struttura carceraria. Noi non
stiamo aggredendo il carcere che, non facendo parte della
giurisdizione, non si può assumere la responsabilità di fare
uscire Pittelli senza il braccialetto elettronico in assenza di
uno specifico provvedimento da parte dell'autorità giudiziaria
competente".
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