La Corte d'appello di Salerno ha
revocato la confisca di un bene immobile di proprietà
dell''imprenditore Carlo Samà, di 66 anni, di Amantea, rimasto
coinvolto nel 2014 nell'operazione "Nepetia", condotta dalla Dda
di Catanzaro.
Il bene che, grazie alla pronuncia dei giudici d'appello, viene
restituito alla proprietà di Samà é un fabbricato di quattro
piani, con giardino annesso, ubicato ad Amantea.
L'immobile fu sequestrato e successivamente confiscato dalla
sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Catanzaro,
provvedimento confermato, sul piano della legittimità, dalla
Corte di cassazione, che rigettò il ricorso presentato
dall'avvocato Francesco Gambardella, difensore di Samà.
Sulla base di nuove prove (estratti di conto corrente bancario,
contratti di mutuo e dichiarazioni dei redditi) e delle
dichiarazioni di un collaboratore di giustizia che, nell'ambito
di un altro procedimento, aveva indicato Samà come vittima di
estorsioni da parte della criminalità organizzata cosentina e
non connivente, come era stato ritenuto in precedenza, il
difensore dell'imprenditore ha presentato nello scorso mese di
ottobre un ricorso alla Corte d'appello di Salerno, competente
funzionalmente trattandosi di un giudizio di revisione
successivo alla definitività di un decreto di confisca.
I giudici campani, dopo avere sospeso l'esecuzione della
confisca, ha ravvisato la fondatezza della richiesta difensiva,
fissando la camera di consiglio per la trattazione nel corso
della quale il sostituto Procuratore generale ha chiesto il
rigetto della domanda di revisione, con la conferma della
confisca.
L'avvocato Gambardella, da parte sua, ha insistito per
l'accoglimento della domanda.
La revoca della confisca, con la restituzione a Samà del
fabbricato, è definitiva in quanto il Procuratore generale non
ha impugnato il provvedimento.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA