Un sequestro di beni per
500 mila euro è stato eseguito dalla polizia di Stato nei
confronti dell'imprenditore reggino Carlo Caridi, di 48 anni.
Il provvedimento è stato emesso dalla sezione Misure di
prevenzione del Tribunale su richiesta della Direzione
distrettuale antimafia coordinata dal procuratore Giovanni
Bombardieri e dall'aggiunto Gaetano Paci.
I sigilli sono stati applicati al compendio aziendale di Caridi
e ai relativi beni strumentali. Al termine delle indagini
patrimoniali eseguite dalla squadra mobile di Reggio Calabria,
guidata da Alfonso Iadevaia, sono stati sequestrati anche
diversi rapporti bancari e finanziari riconducibili sempre allo
stesso imprenditore operante nel settore edile e coinvolto, anni
fa, nell'operazione "Entourage" in quanto ritenuto partecipe di
un cartello di imprese, che attraverso un sofisticato meccanismo
di offerte concordate, puntavano ad aggiudicarsi lavori
pubblici, di rilevante importo, banditi da diversi enti della
provincia di Reggio Calabria.
In quel processo, Carlo Caridi era stato accusato di
associazione a delinquere, turbativa d'asta, illecita
concorrenza nel settore edile, falso materiale e ideologico ed
altri reati. Fu anche destinatario di un'ordinanza che disponeva
il divieto temporaneo di esercitare attività professionali e
imprenditoriali nel settore dell'edilizia pubblica, ma è stato
poi assolto per alcuni capi di imputazione e prosciolto, per
intervenuta prescrizione, per altri.
Nonostante l'assoluzione, le indagini disposte dalla Dda hanno
consentito agli investigatori di accertare, allo stato, di
configurare un anomalo arricchimento proprio nel periodo in cui
l'imprenditore sarebbe stato coinvolto nelle vicende
giudiziarie. Secondo gli inquirenti, infatti, ci sarebbe una
sproporzione tra i beni acquistati e i redditi prodotti da
Caridi. La sua impresa, già destinataria di un provvedimento di
interdittiva antimafia emesso dalla Prefettura, è stata ora
affidata ad un amministratore giudiziario, che ne curerà la
gestione assicurando il prosieguo dell'attività sotto il
controllo della Procura.
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