Tredici persone denunciate e
cinque sequestri tra impianti di depurazione, vasche di
contenimento dei fanghi ed attività produttive inquinanti. In 22
siti, inoltre, sono stati riscontrati illeciti penali e
irregolarità ammnistrative, Sono i risultati dell'operazione
"Deep" condotta dai carabinieri nelle province di Catanzaro,
Cosenza e Vibo Valentia su iniziativa del comandante della
Legione Carabinieri "Calabria", Generale di brigata Pietro
Salsano, e di concerto con il comandante della "Regione
Carabinieri Forestale", colonnello Giorgio Maria Borrelli.
L'operazione é stata effettuata da squadre congiunte composte
da carabinieri dell'organizzazione territoriale e forestale
affiancati, per la perlustrazione di aree impervie e
acquitrinose, da militari dello Squadrone eliportato Cacciatori
di Calabria.
L'intervento trae origine dal fatto, secondo quanto é stato
affermato nel corso di una conferenza stampa svoltasi a
Catanzaro nella sede del Comando Legione dell'Arma, che
"l'inquinamento acqueo in Calabria è particolarmente
accentuato".
Nel corso dell'operazione sono stati controllati un centinaio
di obiettivi, tra cui 58 siti di depurazione e 15 pompe di
sollevamento, oltre ad aree palustri e canali di scolo in
prossimità della costa, insieme alle attività produttive
limitrofe. L'intervento, condotto per la prima volta in
Calabria, rappresenta l'inizio di una più complessa strategia di
protezione dell'ambiente e della natura che vedrà impegnati i
carabinieri anche nei prossimi mesi.
"Abbiamo monitorato, in due mesi - ha detto il generale
Salsano - 208 chilometri di costa, da Tortora a Nicotera, ed
abbiamo potuto verificare che il 30% degli obbiettivi era fuori
norma. Il nostro lavoro, comunque, non è finito e arriveremo
ovunque, anche nei comuni più impervi da raggiungere. Rivolgo un
appello ai Comuni e alle aziende affinché si mettano in regola
perché arriveremo ovunque".
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