"Avevo nei confronti di Giacomo
Mancini un'enorme stima e credo che anche lui mi volesse bene.
Nel momento in cui mi congedai dalla politica, tentò di
dissuadermi in tutti i modi, offrendosi persino di farmi da
avvocato e dicendomi 'esercito ancora e non sono male'. E lo
disse con la grazia di chi crede in quello che fa". Lo ha detto
Claudio Martelli intervenendo a Cosenza ad una manifestazione
organizzata per il ventesimo anniversario della morte dell'ex
segretario del Partito socialista italiano, che nella parte
conclusiva del suo percorso politico fu anche sindaco di
Cosenza.
L'iniziativa in memoria di Mancini é stata promossa dalla
Fondazione a lui intitolata, presenti il figlio Pietro ed il
nipote Giacomo.
"Oggi - ha aggiunto Martelli - avanza a passi inesorabili
l'oblio che circonda tutta la storia politica italiana, non solo
quella socialista. Personalmente tento di resistere. Non sono un
cultore del passato, anche se lo amo molto, ed alterno quindi
momenti di riflessione su ciò che è stato ad altri di speranza
per ciò che potrebbe essere ancora. Sapendo, però, che senza
lotta non c'è speranza".
Pietro Mancini, figlio di Giacomo e che é stato anche lui
sindaco di Cosenza, ha ripercorso, nel suo intervento, le
principali tappe dell'attività politica del padre. "Giacomo
Mancini - ha detto il figlio - non ha narrato ma ha prodotto e
lasciato alle future generazioni risultati concreti,
dall'Università della Calabria, all'autostrada ed all'aeroporto
di Lamezia Terme. Fu uno degli ultimi sostenitori dell'autonomia
della politica dai cosiddetti 'poteri forti'".
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