E' arrivato in libreria,
pubblicato dalla Ferrari Editore, il recente libro di Filippo
Veltri, "Quando c'era la politica". "Forse, bisognerebbe tornare
a riflettere sulla nostra storia più recente senza omissioni o
municipalismi di ritorno, giustificazioni che hanno fatto il
loro tempo" è un piccolo estratto del libro di Veltri, scrittore
e giornalista specializzato in temi politici, sociali e
ambientali.
Un lavoro, è scritto in una nota, che affronta di petto
l'ultimo trentennio della vita politica calabrese, misurandosi
con lo scenario nazionale. "Serve a poco la lamentazione se non
c'è vera ed effettiva partecipazione dal basso. Se la
cittadinanza non diviene attiva. Parolina magica ma unica
strada" si legge nell'ultimo capitolo, prosegue la nota, "di un
pamphlet rigoroso e viscerale. Nodi essenziali di una breve e
complessa fase storica e culturale vengono discussi, per
sviluppare riflessioni su una visione capace di accompagnare
l'azione politica". L'autore presenterà il volume alla
trentaquattresima edizione del Salone Internazionale del Libro
di Torino.
La necessità di indagare la vita politica in Calabria
nell'ultimo trentennio, è scritto nella nota, "è alla base di un
graffiante e agile pamphlet che punta a restituire un quadro
teorico d'insieme, in grado di fare da mappa per la
contemporaneità. Veltri, scrittore e giornalista di razza, con
il suo linguaggio estremamente diretto e riconoscibile, lungo un
percorso cronologico di coraggiosa cronaca, ci aiuta a
riflettere su quando in Calabria c'era un laboratorio politico
che faceva da bussola e specchio all'intera nazione e sul
perché oggi non c'è più. La volontà̀ di scandagliare elementi e
cause, come il rapporto con i vertici del sistema politico
italiano, il clientelismo familiare, l'interferenza mafiosa, le
inchieste giudiziarie, la scarsa partecipazione al voto, il
crollo demografico, il distacco della borghesia produttiva,
nasce dalla consapevolezza che, pur nelle loro diverse
declinazioni e interpretazioni, rivestono una centralità̀ da non
trascurare".
Il volume ha la prefazione di Domenico Talia e la
postfazione di Vincenzo Falcone.
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