GIOACCHINO CRIACO, IL CUSTODE DELLE
PAROLE (Feltrinelli, pp.208, 17 euro)
La Calabria come luogo crocevia di popoli e miti ancestrali,
tra mille contraddizioni, tradizioni antiche e speranze per il
futuro: è una storia di identità, radici e senso di appartenenza
quella che Gioacchino Criaco racconta nel romanzo "Il custode
delle parole", in libreria con Feltrinelli dal 14 giugno.
La vicenda, ambientata nell'Aspromonte contemporaneo, si
concentra su Andrìa, quasi trentenne che ancora non ha capito
cosa vuole fare da grande. Il ragazzo, che trascorre pigramente
le sue giornate tra il lavoro in un call center e le gite al
mare con la fidanzata Caterina, sa solo di non voler fare il
pastore come suo nonno, coraggioso custode di un mondo antico e
di una lingua, il grecanico, che stanno per sparire ingoiati
dalla modernità. La vita di Andrìa però cambia improvvisamente
quando salva dalle acque dello Jonio Yidir, giovane migrante in
arrivo dalla Libia. Grazie a lui, che inizia a lavorare per il
nonno pastore come suo aiutante, Andrìa riscopre di appartenere
al luogo in cui è nato. A quella terra selvaggia e bellissima il
ragazzo decide infatti di riavvicinarsi senza più paura,
scoprendo la storia profonda di molti popoli le cui culture
hanno stretto un legame inscindibile: e finalmente accetterà di
compiere il suo destino.
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