Nella classifica del mare
illegale, la Calabria si colloca al quinto posto con 4.629
illeciti di cui 1.850 reati e 2.525 infrazioni amministrative.
Quinto posto anche per il ciclo illegale del cemento nelle
regioni costiere con 2.247 illeciti di cui 1.086 reati e 1161
infrazioni. E' quanto emerge dal rapporto Mare Monstrum di
Legambiente elaborato dall'Osservatorio nazionale Ambiente e
Legalità dell'associazione su dati di forze dell'ordine e
Capitanerie di porto. Nella classifica del mare inquinato, la
Calabria è sesta con 1.045 illeciti di cui 509 reati e 536
infrazioni. Nella pesca illegale, è quarta con 902 reati di cui
233 reati e 669 infrazioni. Illeciti, rileva Legambiente, "che
grazie al meritorio lavoro di forze dell'ordine, Capitanerie di
porto e magistratura sono venuti alla luce e hanno portato a
sequestri, arresti e sanzioni. Segnali positivi anche nel
contrasto all'abusivismo edilizio: demoliti alcuni fabbricati
sul demanio a Rossano. A Sibari di Cassano alcuni cittadini
raggiunti da ordine di demolizione hanno proceduto
all'abbattimento. A queste, va aggiunta la demolizione di una
dozzina di villette del villaggio a Caminia di Stalettì".
"Ancora una volta il dossier - afferma Anna Parretta, presidente
Legambiente Calabria - sottolinea i tanti coni d'ombra illegali
che oscurano la Calabria a partire dall'abusivismo e dalla mala
depurazione. Nel ribadire l'encomiabile opera di Magistratura e
Forze dell'ordine ci preme ribadire quanto risulti essenziale
intensificare prevenzione e controllo nei confronti degli
ecocriminali per fronteggiare le aggressioni al patrimonio
marino e costiero. Nonostante le ombre, ci sono segnali di
speranza nell'operato delle istituzioni, delle associazioni e di
tutti i cittadini che hanno a cuore la tutela dell'ambiente e
la salute. Stiamo vivendo una stagione di grande trasformazione,
condizionata dai mutamenti climatici, che sta investendo la
nostra regione, da cui dobbiamo trarre i giusti insegnamenti per
trasformare la crisi in opportunità, ad esempio attraverso lo
sviluppo delle fonti di energia rinnovabile, e per diffondere la
consapevolezza che Terra e Mare devono essere destinatari di un
profondo rispetto".
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