Esclusione dell'aggravante
mafiosa, reato di tentata estorsione contestato originariamente
derubricato in tentato esercizio arbitrario delle proprie
ragioni e dichiarazione di non luogo a procedere in relazione a
quest'ultima imputazione per sopravvenuta prescrizione. Questi i
termini della sentenza emessa dal Tribunale di Vibo Valentia nei
confronti di Graziano Maccarone, di 43 anni, già segretario
particolare dell'ex vescovo di Mileto Luigi Renzo.
Un altro sacerdote imputato nel processo, Nicola De Luca, di
42 anni, è stato invece assolto perché il fatto non sussiste.
Sulla vicenda in cui erano coinvolti i due sacerdoti aveva
svolto indagini la Squadra mobile di Vibo Valentia.
Dall'attività investigativa era emerso, in particolare, che un
imprenditore, Roberto Mazzocca, si era rivolto ai due sacerdoti
per ottenere da loro un aiuto economico allo scopo di evitare
alla figlia disabile il pignoramento dei beni a causa di un
debito contratto con un'altra persona. Maccarone e De Luca,
secondo la tesi sostenuta inizialmente dall'accusa, dopo avere
consegnato una somma di denaro all'imprenditore, lo avrebbero
costretto, con violenza o minaccia, a restituire loro i soldi
ricevuti in prestito.
I due sacerdoti avrebbero anche avuto un incontro col padre
della ragazza disabile nel corso del quale don Maccarone avrebbe
riferito all'imprenditore che il denaro datogli in prestito non
era suo ma di alcuni suoi cugini che sarebbero stati in rapporti
di vicinanza con la famiglia mafiosa dei Mancuso.
Dall'indagine è emersa inoltre una lunga serie di messaggi
telefonici a sfondo sessuale che Maccarone avrebbe inviato alla
figlia dell'imprenditore, dalla quale avrebbe ricevuto foto
compromettenti e indumenti intimi.
La pubblica accusa aveva chiesto nei confronti di Maccarone la
condanna a 7 anni e 6 mesi di reclusione, mentre per De Luca
aveva chiesto l'assoluzione perché il fatto non costituisce
reato.
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