Lo scioglimento del Consiglio
comunale di Guardavalle, comune in provincia di Catanzaro, è
illegittimo. Lo ha stabilito il Consiglio di Stato accogliendo
il ricorso presentato dal sindaco Giuseppe Ussia e dagli altri
amministratori del gruppo di maggioranza, difesi dagli avvocati
Giuseppe Pitaro e Gaetano Liperoti. A darne notizia sono i due
legali dell'ente.
Per effetto del pronunciamento della Terza sezione del Consiglio
di Stato, depositato oggi, sottolineano i due legali, il
sindaco, la giunta e il consiglio del Comune del catanzarese,
sciolti per infiltrazioni mafiose dal Consiglio dei ministri nel
febbraio 2021, tornano ufficialmente in carica. "La sentenza
evidenzia, in particolare - sottolineano - che, in relazione
alla vicenda attinente al posizionamento della statua di
Sant'Agazio, non emergono responsabilità della Giunta Ussia, in
quanto indiscutibilmente essa aveva quella collocazione da circa
15 anni e non risulta che altre autorità dello Stato avessero
assunto precedenti iniziative volte a rimuoverla o a sollecitare
in tal senso gli organi comunali, i quali, al contrario, si sono
autonomamente determinati deliberandone la rimozione". La
vicenda fa riferimento alla controversa collocazione
dell'effigie del Santo Patrono del paese che sarebbe stata
donata dalla famiglia Gallace, una tra le più potenti della
'ndrangheta calabrese. Altri aspetti su cui si sono pronunciati
i giudici hanno riguardato gli affidamenti di alcuni appalti e
altre presunte anomalie sulla riscossione dei tributi e sulle
concessioni demaniali.
"Siamo estremamente soddisfatti - affermano gli avvocati Pitaro
e Liperoti, - anzi tutto perché viene ripristinata la legalità,
e poi perché, nella giurisprudenza amministrativa, dopo svariati
anni, viene affermato un solido principio di diritto: che, ai
fini dello scioglimento del Consiglio comunale, sono necessari
elementi indicativi di collegamenti con la criminalità
organizzata concreti, univoci e rilevanti e tale rigoroso
presupposto è richiesto proprio perché il potere governativo di
scioglimento è particolarmente incisivo e drastico e va ad
intaccare organi che sono espressione della volontà popolare,
presidiata da garanzia costituzionale".
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