Sensazioni e suggestioni che si
librano nel cielo, anche se il cielo sulla testa non ce l'hai, e
che creano atmosfere magiche. Il chitarrista, o il
"chitarrautore", come lui ama definirsi, Marcello Capra ha
tenuto un concerto al "Museo del Rock" di Catanzaro, accolto e
presentato da Piergiorgio Caruso, fondatore di una struttura che
continua a non avere eguali in Italia.
Capra, torinese, 69 anni di vita di cui oltre 50 dedicati con
una passione immensa allo studio, oltre che alla creazione ed
all'esecuzione, della musica di qualità, ha fornito un saggio
della sua bravura confermandosi, se mai ce ne fosse stato
bisogno, come uno dei più grandi chitarristi italiani e tra i
più rappresentativi a livello internazionale. Un concerto
eseguito con una chitarra, come ha spiegato lo stesso artista,
che é un esemplare unico perchè realizzata artigianalmente per
lui. Un'esibizione senza band e senza voce che ha messo ancor
più in risalto l'enorme capacità di esecuzione di Capra. il
quale, nel corso degli anni, ha sviluppato un percorso
artistico, spirituale e umano che gli consente ormai di essere
inserito tra le figure storiche del rock progressivo italiano,
sin dai tempi in cui faceva parte dei "Procession".
Sono qualità che hanno consentito a Capra di collaborare con
l'attrice-cantante Raffaella De Vita e con i cantautori Enzo
Maolucci e Tito Schipa jr. Artisti di rilievo come John Martyn e
Dave Cousins lo hanno voluto a fianco nei loro concerti. Il
primo album da solista di Capra, "Aria Mediterranea", inciso nel
1978, è considerato uno dei più importanti tra quelli dedicati
alla chitarra acustica. "Guardo sempre avanti - dice Marcello
Capra - e adesso che ho raggiunto oltre mezzo secolo di musica
suonata, posso dire di avere ancora tanta passione per il mio
strumento. Continuo a studiare e, fortunatamente, la mia vena
creativa non si è ancora esaurita".
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