Gli agenti della Polizia di Stato,
coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Milano,
stanno eseguendo nelle province di Milano e Pavia, diverse
misure cautelari nei confronti di persone ritenute responsabili
di usura ed estorsione, aggravata dal metodo mafioso, spaccio di
stupefacenti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
Si stima che in totale il giro di affari legato alle sole
emissioni di false fatture ammontasse a diversi milioni di euro
mentre è stata scoperta una "vendita di denaro" da parte di
alcuni degli indagati che consentiva di poter camuffare dei
prestiti di tipo usuraio: si sono verificate anche estorsioni ed
è stato riscontrato sfruttamento di manodopera in nero.
Durante le indagini il Tribunale di Milano - Sezione Misure
di Prevenzione - aveva emesso un decreto di sequestro a carico
di uno degli indagati, risultato affiliato alla 'ndrangheta, in
particolare alla locale di Giussano (Monza e Brianza),
direttamente collegata alla locale di Guardavalle (Catanzaro).
L'uomo è risultato gestore di fatto, attraverso una serie di
prestanome, di società cartiere che emettevano false
fatturazioni al fine di mascherare altre operazioni ed attività
illecite.
Gli agenti della Divisione Anticrimine e gli investigatori
della Squadra Mobile, hanno raccolto le dichiarazioni di due
presunte vittime di usura da parte dell'indagato destinatario
del provvedimento di sequestro. Avrebbe prestato loro somme di
denaro a tassi di interesse usurario, variabili tra il 10% e il
30% mensili che, se non restituiti, avrebbero determinato delle
pesanti conseguenze nei loro confronti.
Le operazioni vedono impegnati decine di poliziotti, anche
della Squadra Mobile di Pavia. Dei dieci indagati, tre sono
stati portati in carcere, quattro ai domiciliari e uno
sottoposto alla misura dell'obbligo di presentazione alla
Polizia giudiziaria.
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