La Procura della
Repubblica di Reggio Calabria ha concluso le indagini sui
presunti brogli che sarebbero avvenuti in occasione delle
elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale del capoluogo del
settembre del 2020 nell'ambito delle quali fu arrestato l'allora
capogruppo del Pd Antonino Castorina.
Nell'inchiesta sono coinvolte, complessivamente, 35 persone,
alle quali è stato notificato l'avviso di conclusione delle
indagini preliminari. Dall'inchiesta, coordinata dal procuratore
Giovanni Bombardieri e dal sostituto Paolo Petrolo, con indagini
delegate alla Digos, è emerso che alle comunali avrebbero votato
un centinaio di anziani che in realtà non si sono mai recati al
seggio. In alcuni casi si trattava di persone addirittura
decedute. Secondo l'accusa, i brogli sarebbero stati messi in
atto grazie ai duplicati delle tessere elettorali ritirati negli
uffici comunali da Castorina e dal suo entourage.
Castorina è accusato, in particolare, di essere stato
"promotore, organizzatore e capo indiscusso" di un'associazione
per delinquere finalizzata a "commettere più delitti in materia
elettorale" finalizzati ad ottenere l'elezione dello stesso
Castorina nel consiglio. L'ex capogruppo del Pd, stando sempre
all'accusa contestatagli, avrebbe mantenuto "i rapporti con gli
altri accoliti", ai quali avrebbe dato "personalmente direttive
in ordine al modus operandi da porre in essere per la materiale
contraffazione dei registri e delle schede elettorali".
L'avviso di conclusione indagini è stato notificato, tra gli
altri, anche all'ex presidente del Consiglio comunale Demetrio
Delfino, accusato di abuso d'ufficio in relazione all'autonomina
di Castorina a componente della commissione elettorale. La
stessa accusa viene contestata al segretario dell'Ufficio
elettorale Antonio Covani.
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