Da presidente di un'associazione
del terzo settore, che si sarebbe dovuta occupare tra le altre
cose del recupero e reinserimento di soggetti di etnia rom nel
tessuto sociale mediante il loro impiego in attività lavorative
alternative alla detenzione, avrebbe favorito, tramite
attestazioni risultate fittizie, l'inosservanza della pena a
decine di persone. Un uomo è stato posto ai domiciliari dai
carabinieri in esecuzione di un'ordinanza di applicazione di
misura cautelare personale degli arresti domiciliari emessa dal
Gip di Catanzaro. La persona arrestata, secondo quanto emerso
dalle indagini, tra il 2016 e il 2022 si sarebbe reso
responsabile dei reati di false dichiarazioni all'Autorità
giudiziaria, procurata inosservanza della pena e truffa
aggravata ai danni dello stato.
Dalle indagini dei militari è emerso infatti che il presidente
dell'associazione cui erano affidati soggetti sottoposti a
misure alternative di pena come la messa alla prova o
l'affidamento in prova contrariamente a quanto previsto e cioè
all'effettuazione di lavori di pubblica utilità come la pulizia
di aree verdi del quartiere o attività lavorative esterne, di
fatto venivano lasciati liberi e senza controllo.
Inoltre è stato accertato che l'associazione aveva partecipato,
vinto e fittiziamente rendicontato un bando emanato dalla
Presidenza del Consiglio dei Ministri per l'inclusione
scolastica dei cittadini Rom, ottenendo illecitamente un
finanziamento pari a 130 mila euro. Gli approfondimenti
investigativi hanno permesso di scoprire che le attività
previste dal bando di fatto non sarebbero state svolte
consentendo l'illecito arricchimento del presidente
dell'associazione.
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