Il Tribunale di Crotone ha assolto
con formula piena - perché il fatto non sussiste - gli ex
amministratori del Comune di Crotone ed i rappresentanti di
alcune cooperative imputati per una serie di appalti che,
secondo l'accusa, erano stati assegnati in violazione delle
norme che disciplinano i contratti con i Comuni.
L'indagine, che riguarda fatti avvenuti nel 2014, aveva
portato al rinvio a giudizio per abuso d'ufficio di tutti i
componenti della giunta comunale dell'epoca: l'ex sindaco
Peppino Vallone, gli ex assessori Mario Megna, Franco Barretta,
Sergio Contarino, Filippo Esposito, Michele Marseglia e Claudio
Molè e dell'ex dirigente del settore Lavori pubblici del Comune
Gianfranco De Martino. Dovevano invece rispondere di indebita
percezione di fondi pubblici i legali rappresentanti di tre
cooperative che avevano ottenuto, con chiamata diretta,
l'appalto per la manutenzione del verde cittadino - Raffaele
Esposito, della coop Civitas soli, Alessandro Galea, della coop
Kroton Pitagora Service, Francesco Pupa, della coop Disoccupati
Regione Calabria.
Secondo l'accusa, gli amministratori avevano messo a punto un
meccanismo per foraggiare le cooperative assegnando loro dei
compiti per la cura del verde pubblico che poteva svolgere la
municipalizzata Akrea. La spesa complessiva destinata dal Comune
agli "interventi di manutenzione straordinaria del verde
pubblico" era stata di circa 180 mila euro, ma l'appalto era
stato assegnato a quattro cooperative che hanno ricevuto il
pagamento di somme di denaro di poco inferiori ai 40 mila euro,
e cioè alla soglia per gli affidamenti diretti. Nel corso del
processo, iniziato nel 2020, le difese degli imputati hanno
fatto emergere che una legge del 1991 permetteva la deroga alle
norme del codice degli appalti in caso di assegnazione di lavori
a cooperative con l'obiettivo di favorire l'inserimento
lavorativo dei loro soci e dipendenti. Non solo: è emerso anche
che Akrea aveva compiti diversi e che fu la somma dei costi
degli interventi a determinare l'impegno di 180 mila euro: il
contrario del frazionamento illegittimo contestato. Per questo
nella sua requisitoria il pm Ines Bellesi aveva chiesto
l'assoluzione per tutti gli imputati.
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