"Il mio ambiente artistico naturale è la recitazione. Che poi si declini per il cinema o per il teatro non è importante. Ciò che conta è che io abbia la possibilità di vivere dell'arte della recitazione". Francesco Colella è l'attore calabrese più noto, con al suo attivo un gran numero di film, lavori teatrali e fiction televisive.
Catanzarese doc, 48 anni, Colella sta vivendo un momento importante sul piano professionale. Nei giorni scorsi, tra l'altro, ha partecipato alla Festa del cinema di Roma per presentare, insieme a tutto il cast, nell'ambito di "Alice nella città", la sezione dedicata alle giovani generazioni, il film "Primadonna", per la regia di Marta Savina, ispirato alla storia di Franca Viola, la ragazza siciliana che negli anni '60 rifiutò di sposare il suo stupratore. Il ruolo della giovane è interpretato da Claudia Gusmano, mentre Colella è l'avvocato che la difese e che riuscì a fare condannare l'uomo che la violentò. Il film sarà nelle sale a fine ottobre.
"Ho una preferenza - dice Colella all'ANSA - per le storie belle che mi risuonino dentro, sceneggiature teatrali o cinematografiche che mi diano la possibilità di raccontare una storia significativa attraverso un personaggio. Certe volte mi capita che non sia io a scegliere la storia, ma che sia la storia a scegliere me. Un po' come accade con i libri. Ed amo interpretare sia ruoli drammatici che comici".
Francesco Colella lasciò Catanzaro a 18 anni. Voleva fare a tutti i costi l'attore e la sua prima scelta per realizzare il sogno che si portava dentro fin da bambino fu quella di iscriversi all'"Accademia d'arte drammatica Silvio D'Amico. Dopo l'Accademia ha iniziato il suo percorso professionale. Ma l'incontro che ha impresso una svolta alla vita di Colella è stato quello con Luca Ronconi, che lo volle con sé quando, dopo la morte di Giorgio Strehler, assunse la guida del "Piccolo teatro" di Milano. "Con Ronconi - afferma Colella - ho fatto 17 spettacoli. È stato un po' il mio padre artistico.
Dopo la sua morte sono rimasto a Milano, dove ho fondato, insieme a Francesco Lagi, una compagnia teatrale che si chiama 'Teatrodilina'. Produciamo spettacoli da uno dei quali è stato tratto il film 'Quasi Natale", con la regia dello stesso Lagi. 'Teatrodilina' è una famiglia artistica in cui le esperienze e gli spettacoli che realizziamo rappresentano per noi una sorta di educazione sentimentale. Una famiglia di cui fanno parte, oltre me e Lagi, bravi attori come Anna Bellato, Silvia D'Amico e Leonardo Maddalena". Sempre con Lagi, Colella si è cimentato anche come autore scrivendo una drammaturgia sull'"Asino d'oro" di Apuleio.
E il rapporto di Francesco Colella con la Calabria qual è? "Io - dice - la Calabria ce l'ho dentro e torno spesso nella mia regione. Ho un patrimonio di ricordi, immagini, suoni, odori, pensieri, volti, paesaggi che hanno contribuito a formare parte della mia identità artistica, personale e umana. Con la Calabria continuo ad avere un rapporto stretto. E gli stereotipi sulla mia regione, dunque, mi fanno male, così come mi fanno male tutti i pregiudizi sulle persone e sulle terre che le abitano. Mi piacerebbe anche che la Calabria non si facesse solo raccontare dagli altri, ma che riuscisse anche maggiormente a raccontare se stessa. E per farlo bisogna anche fare emergere i lati oscuri che le appartengono, senza infingimenti. Perché la reazione opposta potrebbe essere la proposta di elaborare racconti infarciti di stereotipi. È per questo che ringrazio alcuni scrittori calabresi che s'impegnano a cercare e raccontare la verità su questa regione".
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