Si sarebbero finti
medici per effettuare abusivamente visite e rilasciare falsi
certificati di idoneità all'attività sportiva, contando
sull'apporto dell'allora responsabile di una scuola di calcio,
Domenico Sorace, attuale assessore allo Sport del Comune di
Polistena. E' accaduto a San Giorgio Morgeto, nel Reggino. Sulla
vicenda hanno condotto indagini i carabinieri, che hanno
presentato un'informativa di reato alla Procura della Repubblica
di Palmi, che adesso ha emesso l'avviso di conclusione delle
indagini preliminari a carico di tre persone, accusate di
truffa, falsità materiale in atto pubblico commesse da privato,
contraffazione di marchi ed esercizio abusivo della professione
sanitaria.
Le indagini dei militari, coordinate dalla Procura della
Repubblica di Palmi, hanno consentito di scoprire che, tra
febbraio e marzo del 2021, due degli indagati, entrambi di
origini campane e con precedenti, si siano finti medici dello
sport ed abbiano effettuato abusivamente visite finalizzate al
rilascio dei certificati di idoneità all'attività sportiva. Il
tutto grazie anche alla complicità di Domenico Sorace, che nella
qualità di responsabile della scuola di calcio si sarebbe
adoperato per procacciare clienti.
Sarebbero stati almeno 160 i falsi certificati realizzati dai
due falsi medici, che avrebbero intascato 25 euro a visita e che
avrebbero falsificato anche il logo della Federazione medico
sportiva italiana (Fmsi), utilizzandolo per timbrare i documenti
che consegnavano agli atleti, ignari dei presunti illeciti.
A scoprire la truffa sono stati i carabinieri di San Giorgio
Morgeto che, nel corso di un controllo anti-covid avevano notato
uno strano assembramento di ragazzi in attesa di essere visitati
nelle strutture del campo sportivo del paese. I militari,
entrati negli spogliatoi per verificare il rispetto delle
prescrizioni contro la diffusione del coronavirus, avevano
identificato le due persone che si erano presentate come medici
dello sport.
Rientrati in sede e fatte le necessarie verifiche, i carabinieri
hanno scoperto che i due, che erano in realtà un allenatore
sportivo ed un impiegato dell'Usl di Napoli, non erano abilitati
all'effettuazione delle visite medico sportive.
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