Quindici anni di reclusione. E'
la richiesta avanzata dal sostituto procuratore di Catanzaro
Irene Crea nei confronti di Pietro Rossomanno, pastore di
Satriano, di 46 anni, accusato di omicidio colposo per la morte
di Simona Cavallaro, la ventenne che il 26 agosto 2021, nella
pineta Monte Fiorino a Satriano, venne attaccata e uccisa da un
branco di cani posti a guardia del gregge di proprietà del
quarantaseienne. L'uomo è anche accusato di introduzione ed
abbandono di animali in fondo altrui, invasione di terreni e
pascolo abusivo.
Il pm ha invocato anche 8 anni di reclusione e 100 euro di multa
nei confronti di Maria Procopio, madre di Rossomanno, accusata
di invasione e occupazione abusiva dei terreni. Questo perché,
secondo gli inquirenti, in un terreno in località Cantone a
Satriano è stato rinvenuto un fabbricato rurale adibito ad
azienda zootecnica e a civile abitazione intestato a Rossomanno,
in cui madre e figlio vivevano.
Il processo davanti al gup Sara Merlini proseguirà il 9 maggio,
quando saranno sentite le parti civili e le difese. Rossomanno e
la madre sono difesi dall'avvocato Vincenzo Cicino. La disgrazia
risale al 26 di agosto del 2021 quando la ragazza, assieme ad un
amico, si recò nella pineta per fare un sopralluogo in vista di
un picnic da organizzare con altri amici. Poco dopo il loro
arrivo giunse in quel luogo aperto al pubblico anche un gregge
di capre e pecore protetto da dodici cani senza che fosse
presente il proprietario. Simona e il suo amico si rifugiarono
in un manufatto in legno, simile a una chiesa, sito al centro
della pineta. La ragazza, poco dopo, decise di uscire per
raggiungere la macchina ma venne sopraffatta dal branco e morì
in seguito alle lacerazioni riportate per i morsi dei cani.
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