"Penso che la gente si appassioni a storie di dolore perché la felicità è statica.
La narrativa è dinamica e le persone felici invece sono statiche perché non vogliono cambiare la loro situazione".
Lo ha detto Peter Cameron
a Cosenza, parlando con i giornalisti a margine della
presentazione del suo ultimo libro, "Che cosa fa la gente tutto
il giorno?", edito da Adelphi.
La differenza tra romanzo e racconto, le descrizioni
minuziose delle persone e delle cose, New York e il Vermont.
Peter Cameron parla di questo e altro al pubblico del Premio
Sila, accorso numeroso ad ascoltarlo negli spazi di Palazzo
Arnone. "Ringrazio Enzo e Gemma per la calorosa accoglienza - ha
detto lo scrittore statunitense - Qui sento la stessa energia
che provo a New York".
I temi trattati sono stati molteplici, tutti arricchiti dalle
letture di alcuni stralci dei suoi romanzi fatte dai ragazzi
dell'associazione Nova di Cosenza. "A me piace molto scrivere
dialoghi, a volte - ha aggiunto lo scrittore - i miei personaggi
parlano da soli, è un modo per far sì che scompaia la mia voce e
venga fuori quella dei personaggi. Per questo a me piace
scrivere romanzi in prima persona perché, appunto, il
protagonista è anche narratore e questo è modo per scomparire,
il mio modo personale per scomparire".
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